Recensione Film
Anno: 2024
Regia: Jesse Eisenberg
Genere: Commedia, Dramma
★★★ 😏
Due cugini vanno in Polonia per onorare la defunta nonna e le loro origini ebraiche. Pacata commedia On the Road che funziona grazie al caldo rapporto due protagonisti dal carattere opposto, uno ansiogeno e timido e l'altro piu estroverso ed esuberante, sono molto dolci le note di pianoforte in sottofondo che accompagnano il film, mi piace la pulita fotografia piena di dettagli urbani, belli i monumenti mostrati e fa sorridere quando tutti fanno gli scemi con le statue e David resta l'unico a fare le foto, mi è piaciuto quando devono tornare indietro con il treno non pagando il biglietto, ci sono brividi alla visita silenziosa del campo di concentramento ed è carino come vengono sgridati per aver messo i sassi davanti ad una porta. Jesse Eisenberg come regista e attore se la cava ma il film è tutto sorretto dall interpretazione di Kieran Culkin che affascina e riesce a dare peso e spessore al suo personaggio di Benji in apparenza estroverso ma che nasconde un grande peso e sofferenza interiore, una depressione mascherata ma che si nota da piccole espressioni e gesti ed è davvero incredibile lo sguardo completamente perso che fa lui nel finale con degli occhi commoventi di pura disperazione. Un filmetto caruccio quindi ma la fotografia per quanto bella è fin troppo pulita e sa di finto, non c'è alcuna vera voglia essere piu umana e di mostrare lo sporco e il marcio mentre tutto è impostato e inquadrato alla perfezione, trovo ridicolo il fatto che c'è un nero nel gruppo di ebrei perché sembra un mossa super forzata per fare quota di minoranza, il pianoforte in sottofondo è si dolce ma alla lunga diventa fin troppo ossessivo e martellante e nel complesso il dramma e i dialoghi per quanto cercano di volare alto planano sempre molto basso e tutto cosi risulta poco memorabile. Ma nell insieme non è affatto male, le interazioni sono simpatiche, funziona questa esperienza di viaggio condiviso con lo spettatore e si sente tanto amore tra i due.
17 gennaio 2025
16 gennaio 2025
A Complete Unknown
Recensione Film
Anno: 2024
Regia: James Mangold
Genere: Bio-Pic
★★★ 😫
Negli anni 60 un giovanissimo cantante Folk diventa sempre piu popolare. Biopic che narra l'ascesa al successo di Bob Dylan interpretato da Timothée Chalamet che addirittura canta le sue canzoni piuttosto discretamente, mi è piaciuto molto Edward Norton che fa il modesto e pacato Peeter Seger che incarna quasi l'idea stessa di Folk, funziona il simbolico rapporto con il malato Guthrie sempre piu prigioniero nella sua patologia, la regia di Mangold è piuttosto solida e pulita con tanti bei giochi di luce, il triangolo amoroso offre conflitti e duetti romantici carini, e la seconda parte si fa piu interessante con i problemi della popolarità, l'arrivo della ribellione e la voglia di essere un musicista libero e andare oltre il folk anche a costo di andare contro il pubblico. Ma per quanto sia il classico bio-pic competente pieno di grandi canzoni storiche tutto mi è sembrato anche piuttosto noioso e banale, il film non fa che ripetere il solito schema ripetitivo di canzoni del periodo e dramma personale, qualche evento storico e poi di nuovo canzoni e dramma in vari concerti, almeno ogni 5 minuti ne arriva una a creare rumore di fondo, e molte volte non riesci nemmeno a godertele perché vengono interrotte di colpo come se l'intenzione era solo quella di citarne il piu possibile senza omaggiarle veramente. E per carità Chalamet ci prova e canta pure ma la sua è piu una forzata imitazione che un interpretazione, come attore non eleva mai veramente il film che vive all ombra dei successi di Dylan e anzi non aiutano le sue faccette forzate, il suo accento ridicolo e le sue versioni delle canzoni che sono obbiettivamente peggiori delle originali. Poi il triangolo amoroso mi è sembrato nel complesso noioso per come si avvicina troppo al melodramma da soap opera e c'è il fatto che piu che parlare dell uomo il film fa il solito errore dei bio-pic di venerare la popolarità della Figura Pop e cosi Bob Dylan viene presentato con una plastica falsità e un aspetto glamour da copertina di moda, si concentra solo sul periodo d'oro degli anni 60 e non si parla di tutti gli altri anni di folle carriera, non c'è alcuna voglia di approfondire, di spiegare le sua psiche, i suoi errori, persino l'attivismo viene messo in secondo piano e c'è solo tanta retorica sulla musica.
Anno: 2024
Regia: James Mangold
Genere: Bio-Pic
★★★ 😫
Negli anni 60 un giovanissimo cantante Folk diventa sempre piu popolare. Biopic che narra l'ascesa al successo di Bob Dylan interpretato da Timothée Chalamet che addirittura canta le sue canzoni piuttosto discretamente, mi è piaciuto molto Edward Norton che fa il modesto e pacato Peeter Seger che incarna quasi l'idea stessa di Folk, funziona il simbolico rapporto con il malato Guthrie sempre piu prigioniero nella sua patologia, la regia di Mangold è piuttosto solida e pulita con tanti bei giochi di luce, il triangolo amoroso offre conflitti e duetti romantici carini, e la seconda parte si fa piu interessante con i problemi della popolarità, l'arrivo della ribellione e la voglia di essere un musicista libero e andare oltre il folk anche a costo di andare contro il pubblico. Ma per quanto sia il classico bio-pic competente pieno di grandi canzoni storiche tutto mi è sembrato anche piuttosto noioso e banale, il film non fa che ripetere il solito schema ripetitivo di canzoni del periodo e dramma personale, qualche evento storico e poi di nuovo canzoni e dramma in vari concerti, almeno ogni 5 minuti ne arriva una a creare rumore di fondo, e molte volte non riesci nemmeno a godertele perché vengono interrotte di colpo come se l'intenzione era solo quella di citarne il piu possibile senza omaggiarle veramente. E per carità Chalamet ci prova e canta pure ma la sua è piu una forzata imitazione che un interpretazione, come attore non eleva mai veramente il film che vive all ombra dei successi di Dylan e anzi non aiutano le sue faccette forzate, il suo accento ridicolo e le sue versioni delle canzoni che sono obbiettivamente peggiori delle originali. Poi il triangolo amoroso mi è sembrato nel complesso noioso per come si avvicina troppo al melodramma da soap opera e c'è il fatto che piu che parlare dell uomo il film fa il solito errore dei bio-pic di venerare la popolarità della Figura Pop e cosi Bob Dylan viene presentato con una plastica falsità e un aspetto glamour da copertina di moda, si concentra solo sul periodo d'oro degli anni 60 e non si parla di tutti gli altri anni di folle carriera, non c'è alcuna voglia di approfondire, di spiegare le sua psiche, i suoi errori, persino l'attivismo viene messo in secondo piano e c'è solo tanta retorica sulla musica.
15 gennaio 2025
Skeleton Crew
Recensione Serie Tv
Anno: 2024
Showrunner: Jon Watts,Christopher Ford
Genere: Avventura, Per Ragazzi
Episodi: 8
★★★ 😖
Ragazzi entrano in astronave abbandonata e partono per sbaglio in un'avventura tra i Pirati spaziali. Miniserie per giovanissimi ambientata nel mondo di star wars che si ispira chiramente ai Goonies ed ET con quattro giovani che finiscono in una folle avventura piu grande di loro, il cast convince e se la cava con il ragazzo sognatore che sogna i jedi, la giovane tosta ribelle, quella mezza cyborg con visore, tenero è l'elefantino, fa sorridere il marcio droide pirata che ha un topo nell occhio e funziona tantissimo il carismatico personaggio di Jude Law che fa un farabutto, avido e cinico pirata che mente sempre e sfrutta gli altri ma è anche un eterno perdente e questo gli dona il giusto charme da renderlo un piacevole e interessante antagonista. La serie è un po' lenta e il ritmo degli episodi non è dei migliori ma intriga il mistero sul pianeta natale dei giovani, affascina l'idea di un famoso pirata ed è bello quando si visita il suo covo pieno di trappole, mi sono piaciute le dinamiche di potere che si ribaltano sempre grazie al droide che segue solo gli ordini del capitano attuale, carino lo strano gufo, la musica crea la giusta atmosfera, buone le scene d'azione e d'inseguimento sugli speeder e mi è piaciuta la tensione dell episodio finale dove i ragazzi fanno gli eroi e si alleano con i genitori. Nell insieme è un leggerissimo spin-off che non aggiunge o toglie niente alla saga e forse di davvero grande c'è solo Jude Law ma seppur sia una modesta avventura riesce comunque ad intrattenere e mettere il buon umore.
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Star Wars: La Saga
Anno: 2024
Showrunner: Jon Watts,Christopher Ford
Genere: Avventura, Per Ragazzi
Episodi: 8
★★★ 😖
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14 gennaio 2025
Look Back
Recensione Film Animato
Anno: 2024
Regia: Kiyotaka Oshiyama
Genere: Storia di formazione, Dramma
★★★ 😏
Ragazzina che ama fare fumetti amatoriali incontra altra ragazza con la passione per l'arte e nasce grande amicizia. Dolce e toccante storia di formazione animata che parla dell amore e della grande passione per disegnare e fare arte, tecnicamente è molto approssimativo e ci sono parecchie inquadrature e immagini statiche (specie sono troppe quelle di spalle dove lavorano alla scrivania) ma quelle poche animazioni che appaiono sono essenziali e funzionano a trasmettere una forte e concreta umanità che colpisce molto bene. Simpaticissimo e macabro il fumetto d'apertura che prende vita in disegni grezzi ma pieni di carattere, bello come la protagonista parte altezzosa e sicura delle sue capacità e poi viene completamente distrutta psicologicamente dall talento della collega e questo senso di inferiorità diventa un ossessione malata e la sprona a migliorarsi, capolavoro di emozioni la scena dopo l'incontro quando si mette a correre e saltellare felice in modo scemotto sotto la pioggia o l'amicizia tra le due diventa sempre piu intima e sono molto teneri i loro imbarazzi e le loro mani unite con un pizzico di elemento saffico. Ovviamente era prevedibile che la storia spinge verso i lacrimoni e il melodramma ma l'autore Fujimoto con furbizia ribalta la prospettiva e cerca di allontanarsi dai cliché per sorprendere e confondere un attimo e poi trasformare il tutto in una storia sulla motivazione e il coraggio di non smettere mai di fare Arte con le quattro vignette bianche da riempire che diventano il simbolo del vuoto da riempire, il collegamento emotivo con la fantasia e con quello che è stato e si è perso lungo la strada. Tutto dura un oretta ed è piu un corto allungato che un completo film ma nel complesso è emotivamente molto ricco e piuttosto toccante.
Anno: 2024
Regia: Kiyotaka Oshiyama
Genere: Storia di formazione, Dramma
★★★ 😏
Ragazzina che ama fare fumetti amatoriali incontra altra ragazza con la passione per l'arte e nasce grande amicizia. Dolce e toccante storia di formazione animata che parla dell amore e della grande passione per disegnare e fare arte, tecnicamente è molto approssimativo e ci sono parecchie inquadrature e immagini statiche (specie sono troppe quelle di spalle dove lavorano alla scrivania) ma quelle poche animazioni che appaiono sono essenziali e funzionano a trasmettere una forte e concreta umanità che colpisce molto bene. Simpaticissimo e macabro il fumetto d'apertura che prende vita in disegni grezzi ma pieni di carattere, bello come la protagonista parte altezzosa e sicura delle sue capacità e poi viene completamente distrutta psicologicamente dall talento della collega e questo senso di inferiorità diventa un ossessione malata e la sprona a migliorarsi, capolavoro di emozioni la scena dopo l'incontro quando si mette a correre e saltellare felice in modo scemotto sotto la pioggia o l'amicizia tra le due diventa sempre piu intima e sono molto teneri i loro imbarazzi e le loro mani unite con un pizzico di elemento saffico. Ovviamente era prevedibile che la storia spinge verso i lacrimoni e il melodramma ma l'autore Fujimoto con furbizia ribalta la prospettiva e cerca di allontanarsi dai cliché per sorprendere e confondere un attimo e poi trasformare il tutto in una storia sulla motivazione e il coraggio di non smettere mai di fare Arte con le quattro vignette bianche da riempire che diventano il simbolo del vuoto da riempire, il collegamento emotivo con la fantasia e con quello che è stato e si è perso lungo la strada. Tutto dura un oretta ed è piu un corto allungato che un completo film ma nel complesso è emotivamente molto ricco e piuttosto toccante.
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Di Formazione,
Farearte,
Film Anime
13 gennaio 2025
Creature Commandos
Recensione Serie Animata
Anno: 2024
Showrunner: James Gunn
Genere: Supereroico, Azione
Episodi: 7
★★★ 😳
Gruppo di mostri criminali parte in paese balcanico per proteggere una principessa. Serie animata scritta da James Gunn che fa parte del suo nuovo universo DC e piu o meno il tutto assomiglia molto a quanto ha gia fatto con Peacemaker e Suicide Squad con violenza estrema, umorismo irriverente e qualche momento emotivo toccante, apprezzo che ogni episodio si concentra su un personaggio e vediamo i flashback delle loro origini, mi piace la tosta moglie di Frankestein che indipendente rifiuta da sempre il marito che la stalkera in modo malato e ossessivo, bello rivedere il mostro Weasel, fantastico il robot che odia i nazisti a livello patologico fino a fare carneficina assurda, super letale è il dr Phosphorus che è uno scheletro nucleare che brucia tutti, toccante la povera donna pesce nata con un handicap e bullizzata a scuola e il gruppo è guidato bene dal macho Rick Flagg Sr. La storia gioca con le aspettative e ribalta la situazione iniziale con una previsione di apocalisse interessante e la violenza brutale intrattiene ma forse Gunn qua esagera fin troppo e molto spesso arrivano carneficine gratuite anche piuttosto immature con troppi corpi maciullati per fare facile shock, capisco poi ribaltare le aspettative ma non ho apprezzato come il Weasel di sucide squad qua si rivela tenerone amico dei bimbi, come l'ossessione malata e possessiva di Frankestein viene presentata in modo fin troppo ironico e come il gruppo appare veramente poco unito. Nell insieme è un interessante serie fumettistica molto sanguinaria e brutale che gioca in modo furbo con le aspettative.
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The Suicide Squad
Pacemaker
Anno: 2024
Showrunner: James Gunn
Genere: Supereroico, Azione
Episodi: 7
★★★ 😳
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superserie
12 gennaio 2025
Emilia Perez
Recensione Film
Anno: 2024
Regia: Jacques Audiard
Genere: Musical, Drama
★★ 😬
Boss mafioso messicano chiede aiuto ad una avvocatessa per cambiare sesso. Drammone musicale in spagnolo che fiero dei suoi temi LGBT vuole descrivere il grande cambiamento e la redenzione di un criminale ma l'esecuzione è cosi banale e patetica che forza il suo messaggio in scene sempre piu ridicole una piu brutta dell altra. E l'idea singolare di un pericoloso boss che vuole farsi donna poteva anche essere interessante con piu stile ed energia ma il film ha la pretesa di essere un drammone da tragedia sudamericana e cosi non ha vero ritmo e annoia molto, con un taglio serio e realista che stona parecchio con gli stilemi dei musical e per questo scappa spesso una risata quando gli attori partono a cantare anche perchè piu che canzoni i momenti musicali sono monologhi che vanno a tempo e ogni tanto arrivano delle coreografie molto tristi dove Zoe Saldaña poverina ci prova in tutti i modi a ballare. La storia è un vero disastro e non ha senso che lui si separa dai figli per poi ritornare a prenderli, non ha senso mentire alla moglie, non ha senso che lei non lo riconosce, mi da molto fastidio l'ipocrisia dell avvocatessa che soffre per i diritti delle donne e poi si vende per denaro al primo criminale che le telefona, mi ha fatto schifo tutta la forzata retorica sulle povere vittime dei criminali e come il protagonista con vanità diventa famoso per tirare fuori i cadaveri che lui stesso ha fatto fuori senza pagare veramente per le sue azioni. E il piu grande fallimento del film è proprio il personaggio di Manitas che viene mostrato come una persona da ammirare, simbolo dei diritti di genere ma per me è sempre una vera merda e nonostante il film prova disperato a ripetere che è cambiato nel profondo resta lo stesso vanitoso criminale di prima solo che ora ha una maschera diversa ma si capisce bene chi è davvero quando diventa schifosamente geloso dell ex moglie ed esce fuori la sua natura possessiva verso i figli. Non aiuta anche un finale pasticciato e molto insoddisfacente che cerca in modo ridicolo la santità, Insomma aprezzo lo sforzo tecnico e i temi trattati sono anche importanti ma tutto finisce per essere solo un gigantesco disastro falsamente progressista e alla fine viene solo da dire "minkia che grandissima cagata!".
Anno: 2024
Regia: Jacques Audiard
Genere: Musical, Drama
★★ 😬
Boss mafioso messicano chiede aiuto ad una avvocatessa per cambiare sesso. Drammone musicale in spagnolo che fiero dei suoi temi LGBT vuole descrivere il grande cambiamento e la redenzione di un criminale ma l'esecuzione è cosi banale e patetica che forza il suo messaggio in scene sempre piu ridicole una piu brutta dell altra. E l'idea singolare di un pericoloso boss che vuole farsi donna poteva anche essere interessante con piu stile ed energia ma il film ha la pretesa di essere un drammone da tragedia sudamericana e cosi non ha vero ritmo e annoia molto, con un taglio serio e realista che stona parecchio con gli stilemi dei musical e per questo scappa spesso una risata quando gli attori partono a cantare anche perchè piu che canzoni i momenti musicali sono monologhi che vanno a tempo e ogni tanto arrivano delle coreografie molto tristi dove Zoe Saldaña poverina ci prova in tutti i modi a ballare. La storia è un vero disastro e non ha senso che lui si separa dai figli per poi ritornare a prenderli, non ha senso mentire alla moglie, non ha senso che lei non lo riconosce, mi da molto fastidio l'ipocrisia dell avvocatessa che soffre per i diritti delle donne e poi si vende per denaro al primo criminale che le telefona, mi ha fatto schifo tutta la forzata retorica sulle povere vittime dei criminali e come il protagonista con vanità diventa famoso per tirare fuori i cadaveri che lui stesso ha fatto fuori senza pagare veramente per le sue azioni. E il piu grande fallimento del film è proprio il personaggio di Manitas che viene mostrato come una persona da ammirare, simbolo dei diritti di genere ma per me è sempre una vera merda e nonostante il film prova disperato a ripetere che è cambiato nel profondo resta lo stesso vanitoso criminale di prima solo che ora ha una maschera diversa ma si capisce bene chi è davvero quando diventa schifosamente geloso dell ex moglie ed esce fuori la sua natura possessiva verso i figli. Non aiuta anche un finale pasticciato e molto insoddisfacente che cerca in modo ridicolo la santità, Insomma aprezzo lo sforzo tecnico e i temi trattati sono anche importanti ma tutto finisce per essere solo un gigantesco disastro falsamente progressista e alla fine viene solo da dire "minkia che grandissima cagata!".
11 gennaio 2025
The Order
Recensione Film
Anno: 2024
Regia: Justin Kurzel
Genere: Thriller, Poliziesco
★★★ 😖
Negli anni 80 un'agente dell FBI indaga su suprematisti bianchi terroristi che rapinano banche. Thriller di frontiera tratto da storia vera guidato dal grande Jude Law e tutto intrattiene bene con un atmosfera un po' western e un po' poliziesco anni 70, buone le immagini nella natura, le scene di rapina hanno la giusta tensione, la musica crea una bella atmosfera con vari cori sottili, Jude Law fa un veterano pieno di fallimenti e traumi e la sua durezza spigolosa convince pienamente, mi piacciono gli atriti dell'antagonista con il capo della nazione ariana ed è bella la scena dove incita il pubblico perché vuole agire e fare la rivoluzione, belle le varie tensioni nate dai tradimenti, carino il rapporto del protagonista con agente piu giovane e c'è una buona varietà di persoanggi femminili dalla moglie che si sente tradita alla collega testa calda. Ma per quanto sia intrigante come thriller sembra come se abbia sempre il freno a mano tirato e non riesce mai a decollare, l'ambientazione storica si sente poco, l'elemento del razzismo e dell odio è solo sfiorato con il tipo alla radio ma mai al centro dell discorso principale, non amo il simbolismo del povero cervo e del cacciatore che gli deve sparare che ormai è un grosso cliché, il finale fumoso tra le fiamme è un bel po' insoddisfacente, Tye Sheridan resta un attore molto blando e rovina di molto il ruolo di questo giovane e inesperto poliziotto ma anche l'antagonista è fin troppo debole come personaggio e Nicholas Hoult non riesce a dare un senso all suo fanatismo idiota. Nell insieme ha comunque qualcosa d'interessante per come descrive la lunga e difficile caccia della Ragione all Odio che è quella pianta eterna difficile da estirpare.
Anno: 2024
Regia: Justin Kurzel
Genere: Thriller, Poliziesco
★★★ 😖
Negli anni 80 un'agente dell FBI indaga su suprematisti bianchi terroristi che rapinano banche. Thriller di frontiera tratto da storia vera guidato dal grande Jude Law e tutto intrattiene bene con un atmosfera un po' western e un po' poliziesco anni 70, buone le immagini nella natura, le scene di rapina hanno la giusta tensione, la musica crea una bella atmosfera con vari cori sottili, Jude Law fa un veterano pieno di fallimenti e traumi e la sua durezza spigolosa convince pienamente, mi piacciono gli atriti dell'antagonista con il capo della nazione ariana ed è bella la scena dove incita il pubblico perché vuole agire e fare la rivoluzione, belle le varie tensioni nate dai tradimenti, carino il rapporto del protagonista con agente piu giovane e c'è una buona varietà di persoanggi femminili dalla moglie che si sente tradita alla collega testa calda. Ma per quanto sia intrigante come thriller sembra come se abbia sempre il freno a mano tirato e non riesce mai a decollare, l'ambientazione storica si sente poco, l'elemento del razzismo e dell odio è solo sfiorato con il tipo alla radio ma mai al centro dell discorso principale, non amo il simbolismo del povero cervo e del cacciatore che gli deve sparare che ormai è un grosso cliché, il finale fumoso tra le fiamme è un bel po' insoddisfacente, Tye Sheridan resta un attore molto blando e rovina di molto il ruolo di questo giovane e inesperto poliziotto ma anche l'antagonista è fin troppo debole come personaggio e Nicholas Hoult non riesce a dare un senso all suo fanatismo idiota. Nell insieme ha comunque qualcosa d'interessante per come descrive la lunga e difficile caccia della Ragione all Odio che è quella pianta eterna difficile da estirpare.
8 gennaio 2025
Nosferatu
Recensione Film
Anno: 2024
Regia: Robert Eggers
Genere: Horror
★★★★ 😐
Nell ottocento un malvagio vampiro dell est minaccia le vite di una coppia tedesca. Remake dello storico film di Murnau che era a sua volta ispirato a Dracula e quindi di base tutto sa molto di gia visto con l'incontro al castello, il viaggio in nave, il pazzo al manicomio, la seduzione delle donne e la caccia degli uomini per fermarlo, ma il tocco stilistico di Eggers eleva il materiale e gli dona un intensità drammatica che non ha mai avuto neanche l'originale. Ogni dettaglio e aggiunta funziona e mi piace come viene creata sempre piu angoscia per questo Male diabolico che sta arrivando a corrompere l'intera città, una corruzione fisica e mentale dove la Morte, la Peste e la Follia minacciano i personaggi ma è anche qualcosa di puramente sessuale ed è bello come il male nasce e viene richiamato all inizio dalla lussuria e dal senso di solitudine. Il personaggio di Ellen è praticamente la protagonista e funziona come è riscritto in modo piu tormentato invece di essere il solito oggetto di contesa, Willem Dafoe si ama sempre ed è bello come viene presentato come un demente e poi di colpo trova la ragione, Nicholas Hoult è molto bravo e porta tutte le insicurezze del maschio in una coppia in crisi da un adulterio sovrannaturale e la forza di Eggers è come in questa modernità piena di battuttine e ironia lui fa il ribelle nell essere sempre piu classico e sincero possibile e sono fantastici i grandi monologhi pieni di sentimento, le scene durano il necessario e non si allungano troppo, fantastico il morso al piccione, la donna nuda sul cavallo, intrigano gli spasmi dei corpi, ottimi sono gli omaggi a Murnau come le croci sulla spiaggia e molto belle sono le ombre delle mani di Orlok sui muri, sui personaggi e persino sulla intera città. Qualche difetto l'ho notato e l'aspetto di Orlok come Rasputin baffuto non mi ha convinto tantissimo e nonostante ci sia una grande enfasi sulla sua figura appare spesso come un patetico vecchio non morto, la fuga dal castello dove Thomas cade dalla finestra è frettolosa e ridicola, Lily-Rose Depp è brava ma fa quelle due o tre facce sceme di troppo specie non mi è piaciuto proprio il momento "occhi bianchi e lingua di fuori", ma nell insieme è una buona rilettura piena d'intensità dell ormai eterna storia di Dracula.
Anno: 2024
Regia: Robert Eggers
Genere: Horror
★★★★ 😐
Nell ottocento un malvagio vampiro dell est minaccia le vite di una coppia tedesca. Remake dello storico film di Murnau che era a sua volta ispirato a Dracula e quindi di base tutto sa molto di gia visto con l'incontro al castello, il viaggio in nave, il pazzo al manicomio, la seduzione delle donne e la caccia degli uomini per fermarlo, ma il tocco stilistico di Eggers eleva il materiale e gli dona un intensità drammatica che non ha mai avuto neanche l'originale. Ogni dettaglio e aggiunta funziona e mi piace come viene creata sempre piu angoscia per questo Male diabolico che sta arrivando a corrompere l'intera città, una corruzione fisica e mentale dove la Morte, la Peste e la Follia minacciano i personaggi ma è anche qualcosa di puramente sessuale ed è bello come il male nasce e viene richiamato all inizio dalla lussuria e dal senso di solitudine. Il personaggio di Ellen è praticamente la protagonista e funziona come è riscritto in modo piu tormentato invece di essere il solito oggetto di contesa, Willem Dafoe si ama sempre ed è bello come viene presentato come un demente e poi di colpo trova la ragione, Nicholas Hoult è molto bravo e porta tutte le insicurezze del maschio in una coppia in crisi da un adulterio sovrannaturale e la forza di Eggers è come in questa modernità piena di battuttine e ironia lui fa il ribelle nell essere sempre piu classico e sincero possibile e sono fantastici i grandi monologhi pieni di sentimento, le scene durano il necessario e non si allungano troppo, fantastico il morso al piccione, la donna nuda sul cavallo, intrigano gli spasmi dei corpi, ottimi sono gli omaggi a Murnau come le croci sulla spiaggia e molto belle sono le ombre delle mani di Orlok sui muri, sui personaggi e persino sulla intera città. Qualche difetto l'ho notato e l'aspetto di Orlok come Rasputin baffuto non mi ha convinto tantissimo e nonostante ci sia una grande enfasi sulla sua figura appare spesso come un patetico vecchio non morto, la fuga dal castello dove Thomas cade dalla finestra è frettolosa e ridicola, Lily-Rose Depp è brava ma fa quelle due o tre facce sceme di troppo specie non mi è piaciuto proprio il momento "occhi bianchi e lingua di fuori", ma nell insieme è una buona rilettura piena d'intensità dell ormai eterna storia di Dracula.
7 gennaio 2025
Better Man
Recensione Film
Anno: 2024
Regia: Michael Gracey
Genere: Musical, Biopic
★★★ 😳
Scimmia rozza e ribelle sogna di diventare cantante di successo. Bio-pic musicale di Robbie Williams che in modo generico ripercorre la sua vita e gli alti e bassi della sua carriera come tutti i bio-pic fanno ma ha l'idea molto furba di rendere il cantante una carismatica scimmia in computer grafica e questo elemento da solo basta a sorreggere e rendere la visione interessante. La tecnica di animazione non è male e il protagonista digitale convince, molto tenero lui scimmietta sporca all inizio quando viene bullizzato, caldo il rapporto con la nonna, ottimo quando firma con i take that e con rock DJ c'è il migliore momento musicale del film con loro che ballano per la strada, funzionano i cross cut emotivi come quando lui fa il clown alla tv mentre soffre per le tensioni con la fidanzata, sono cresciuto con le sue canzoni e arrivano emozioni di nostalgia sulle note di Feel, Angel o She's the one e mi è piaciuta la scena di confronto/scontro con il padre nel laghetto anche perché visivamente si sottolineano le loro distanze. Williams prova a mostrarsi depresso, pieno di problemi e sofferenze emotive e anche che è stato un'arrogante testa calda rozzo e bastardo, peccato che nel profondo non c'è vera voglia di scavare e criticare la sua personalità istrionica e tristemente si rivela solo un film autocelebrativo e masturbatorio, le costanti visioni psicologiche del suo io aggressivo tra la folla sono ridondanti e stancano presto, la computer grafica ogni tanto perde colpi e il modello crolla in qualità, tutta la scena di guerra da blockbuster al concertone è stupidissima ed è molto brutto il finale da volemose bene dove in modo forzato chiede scusa a tutti, specie ho odiato la riconciliazione con il padre che arriva frettolosa e cosi tanto zuccherosa e smielata che sa di finto e corporativo per suscitare una falsa emozione di calore. Alla fine apprezzo la furba gimmick di farlo una scimmia per rendere il film un briciolo memorabile ma nel profondo è la solita solfa da bio-pic musicale con del dramma che non ha grande spessore, Williams si dipinge un'animale ma piu che prendersi in giro e scavare in modo veramente critico nei suoi difetti e comportamenti non fa altro che perdonarsi e auto-assoversi per i suoi errori di gioventù, con vanità si autocelebra e arrivato al tramonto della sua carriera sembra anche pregare disperato di non essere dimenticato.
Anno: 2024
Regia: Michael Gracey
Genere: Musical, Biopic
★★★ 😳
Scimmia rozza e ribelle sogna di diventare cantante di successo. Bio-pic musicale di Robbie Williams che in modo generico ripercorre la sua vita e gli alti e bassi della sua carriera come tutti i bio-pic fanno ma ha l'idea molto furba di rendere il cantante una carismatica scimmia in computer grafica e questo elemento da solo basta a sorreggere e rendere la visione interessante. La tecnica di animazione non è male e il protagonista digitale convince, molto tenero lui scimmietta sporca all inizio quando viene bullizzato, caldo il rapporto con la nonna, ottimo quando firma con i take that e con rock DJ c'è il migliore momento musicale del film con loro che ballano per la strada, funzionano i cross cut emotivi come quando lui fa il clown alla tv mentre soffre per le tensioni con la fidanzata, sono cresciuto con le sue canzoni e arrivano emozioni di nostalgia sulle note di Feel, Angel o She's the one e mi è piaciuta la scena di confronto/scontro con il padre nel laghetto anche perché visivamente si sottolineano le loro distanze. Williams prova a mostrarsi depresso, pieno di problemi e sofferenze emotive e anche che è stato un'arrogante testa calda rozzo e bastardo, peccato che nel profondo non c'è vera voglia di scavare e criticare la sua personalità istrionica e tristemente si rivela solo un film autocelebrativo e masturbatorio, le costanti visioni psicologiche del suo io aggressivo tra la folla sono ridondanti e stancano presto, la computer grafica ogni tanto perde colpi e il modello crolla in qualità, tutta la scena di guerra da blockbuster al concertone è stupidissima ed è molto brutto il finale da volemose bene dove in modo forzato chiede scusa a tutti, specie ho odiato la riconciliazione con il padre che arriva frettolosa e cosi tanto zuccherosa e smielata che sa di finto e corporativo per suscitare una falsa emozione di calore. Alla fine apprezzo la furba gimmick di farlo una scimmia per rendere il film un briciolo memorabile ma nel profondo è la solita solfa da bio-pic musicale con del dramma che non ha grande spessore, Williams si dipinge un'animale ma piu che prendersi in giro e scavare in modo veramente critico nei suoi difetti e comportamenti non fa altro che perdonarsi e auto-assoversi per i suoi errori di gioventù, con vanità si autocelebra e arrivato al tramonto della sua carriera sembra anche pregare disperato di non essere dimenticato.
4 gennaio 2025
Conclave
Recensione Film
Anno: 2024
Regia: Edward Berger
Genere: Thriller, Politico
★★★ 😏
Cardinali si riuniscono in Vaticano per eleggere il nuovo Papa. Thriller Politico molto pacato e riflessivo che mostra gli intrighi di palazzo e le dinamiche di potere che avvengono nell buio della Chiesa, tutto è guidato da un ottimo Ralph Fiennes che organizza e gestisce le votazioni ed è anche buono il rapporto umano con Stanley Tucci, funziona la musica che crea solennità e la fotografia è una roba pazzesca e mi piacciono i campi lunghi, l'uso del rosso sia dei vestiti ma anche delle scenografie, amo il dettaglio delle sigarette per terra, bello il titolo iniziale sul cadavere trasportato, buona la cappella sistina, la tensione del biglietto inserito, i marmi e gli affreschi del Vaticano, stupenda la luce soffusa quando sono riuniti in quella specie di cinema e poi arriva l'inquadratura degli ombrelli bianchi che, vabbe mio dio è un capolavoro di estetica. Un film lento e pacato ma non annoia e la votazione scorre bene anche perché mi piace che il personaggio di Lawrence è piuttosto ambiguo e pieno di conflitti tanto che non si capisce se è mosso da un senso religioso di giustizia o perchè nel profondo anche lui vuole essere Papa, poi essendo la storia di una votazione tutto è ovviamente molto politico e parla dei problemi, gli scandali e i dubbi della Chiesa di oggi e domani ma piu in generale sono dinamiche di qualsiasi parlamento e dello storico conflitto tra Conservatori e Progressisisti con un finale che è quell imprevisto compromesso che cambia senso in base ai punti di vista e può apparire positivo o negativo. Ma per quanto sia un film fatto bene per me manca quel qualcosa in piu da risultare memorabile, la fotografia è fin troppo ricercata e distacca molto dall intimità della situazione, apprezzo i conflitti con i vari candidati ma poi vengono eliminati con troppa facilità senza tanto dibattito con un semplice "scusa ma per te il conclave finisce qua", non mi piace che il personaggio di Castellitto è sempre piu una macchietta comica perché è un conservatore e quindi la regia lo prende in giro in modo fazioso e ad un certo punto arriva monologone contro la guerra che è cosi retorico e banale che non dovrebbe avere alcun valore detto ad un gruppo di uomini che predicano la retorica di pace e amore da tutta una vita. Nell insieme resta comunque un solido film visivamente ottimo che scava con delicatezza nei dubbi e problemi di una votazione politica e religiosa.
Anno: 2024
Regia: Edward Berger
Genere: Thriller, Politico
★★★ 😏
Cardinali si riuniscono in Vaticano per eleggere il nuovo Papa. Thriller Politico molto pacato e riflessivo che mostra gli intrighi di palazzo e le dinamiche di potere che avvengono nell buio della Chiesa, tutto è guidato da un ottimo Ralph Fiennes che organizza e gestisce le votazioni ed è anche buono il rapporto umano con Stanley Tucci, funziona la musica che crea solennità e la fotografia è una roba pazzesca e mi piacciono i campi lunghi, l'uso del rosso sia dei vestiti ma anche delle scenografie, amo il dettaglio delle sigarette per terra, bello il titolo iniziale sul cadavere trasportato, buona la cappella sistina, la tensione del biglietto inserito, i marmi e gli affreschi del Vaticano, stupenda la luce soffusa quando sono riuniti in quella specie di cinema e poi arriva l'inquadratura degli ombrelli bianchi che, vabbe mio dio è un capolavoro di estetica. Un film lento e pacato ma non annoia e la votazione scorre bene anche perché mi piace che il personaggio di Lawrence è piuttosto ambiguo e pieno di conflitti tanto che non si capisce se è mosso da un senso religioso di giustizia o perchè nel profondo anche lui vuole essere Papa, poi essendo la storia di una votazione tutto è ovviamente molto politico e parla dei problemi, gli scandali e i dubbi della Chiesa di oggi e domani ma piu in generale sono dinamiche di qualsiasi parlamento e dello storico conflitto tra Conservatori e Progressisisti con un finale che è quell imprevisto compromesso che cambia senso in base ai punti di vista e può apparire positivo o negativo. Ma per quanto sia un film fatto bene per me manca quel qualcosa in piu da risultare memorabile, la fotografia è fin troppo ricercata e distacca molto dall intimità della situazione, apprezzo i conflitti con i vari candidati ma poi vengono eliminati con troppa facilità senza tanto dibattito con un semplice "scusa ma per te il conclave finisce qua", non mi piace che il personaggio di Castellitto è sempre piu una macchietta comica perché è un conservatore e quindi la regia lo prende in giro in modo fazioso e ad un certo punto arriva monologone contro la guerra che è cosi retorico e banale che non dovrebbe avere alcun valore detto ad un gruppo di uomini che predicano la retorica di pace e amore da tutta una vita. Nell insieme resta comunque un solido film visivamente ottimo che scava con delicatezza nei dubbi e problemi di una votazione politica e religiosa.
3 gennaio 2025
Rebel Ridge
Recensione Film
Anno: 2024
Regia: Jeremy Saulnier
Genere: Thriller
★★★ 😒
Poliziotti prendono dei soldi ad un uomo e lui parte in un lungo conflitto con la polizia del posto. Un Thriller che ha di base vari elementi interessanti come le tensioni razziali e una polizia corrotta e senza morali ma la storia è cosi pasticciata nell esecuzione che rovina le tante potenzialità inespresse, fin da subito ho odiato molto il protagonista per come è super arrogante e sfida continuamente la polizia e le regole con un aria di saccenza e altezzosità piuttosto fastidiosa, la scena dove lui con orgoglio vuole superare il camion dei prigionieri con la bicicletta è patetica, fa ridere come la storia cerca in tutti i modi di dipingerlo un moralizzatore, un figo, buono e amico delle donne con lui che non uccide manco fosse Batman e poi non aiuta che viene presentato come un genio esperto calcolatore ma se era cosi furbo poteva trovare i soldi in mille modi diversi e in realtà si rivela un idiota che fa decisioni rischiosissime davanti ai poliziotti e si salva solo perché ha un armatura di trama gigantesca che lo protegge sempre da un colpo in testa. Nonostante questo la prima parte diciamo funziona per come si sente un chiaro conflitto con lo sceriffo interpretato dal grande Don Johnson ma poi lo lasciano andare per qualche assurdo motivo e il film cade in una noiosa notte buia dove tenta disperato di sviluppare a parole un mega intrigo con grandi segreti da scoprire ma tutto il ritmo crolla e diventa piuttosto noioso. Nel finale si riprende ma è comunque incapace di arrivare ad un soddisfacente climax tanto che partono sparatorie con la polizia molto sceme e Don Johnson prende pesci in faccia in continuazione e viene cosi tanto sprecato che non ottiene neanche una buona chiusura. Alla fine è un decente thriller piuttosto guardabile ma Jeremy Saulnier continua a deludere e questo film è anni luce dalla qualità di Blue Ruin.
Anno: 2024
Regia: Jeremy Saulnier
Genere: Thriller
★★★ 😒
Poliziotti prendono dei soldi ad un uomo e lui parte in un lungo conflitto con la polizia del posto. Un Thriller che ha di base vari elementi interessanti come le tensioni razziali e una polizia corrotta e senza morali ma la storia è cosi pasticciata nell esecuzione che rovina le tante potenzialità inespresse, fin da subito ho odiato molto il protagonista per come è super arrogante e sfida continuamente la polizia e le regole con un aria di saccenza e altezzosità piuttosto fastidiosa, la scena dove lui con orgoglio vuole superare il camion dei prigionieri con la bicicletta è patetica, fa ridere come la storia cerca in tutti i modi di dipingerlo un moralizzatore, un figo, buono e amico delle donne con lui che non uccide manco fosse Batman e poi non aiuta che viene presentato come un genio esperto calcolatore ma se era cosi furbo poteva trovare i soldi in mille modi diversi e in realtà si rivela un idiota che fa decisioni rischiosissime davanti ai poliziotti e si salva solo perché ha un armatura di trama gigantesca che lo protegge sempre da un colpo in testa. Nonostante questo la prima parte diciamo funziona per come si sente un chiaro conflitto con lo sceriffo interpretato dal grande Don Johnson ma poi lo lasciano andare per qualche assurdo motivo e il film cade in una noiosa notte buia dove tenta disperato di sviluppare a parole un mega intrigo con grandi segreti da scoprire ma tutto il ritmo crolla e diventa piuttosto noioso. Nel finale si riprende ma è comunque incapace di arrivare ad un soddisfacente climax tanto che partono sparatorie con la polizia molto sceme e Don Johnson prende pesci in faccia in continuazione e viene cosi tanto sprecato che non ottiene neanche una buona chiusura. Alla fine è un decente thriller piuttosto guardabile ma Jeremy Saulnier continua a deludere e questo film è anni luce dalla qualità di Blue Ruin.
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