30 marzo 2018

Ready Player One

Recensione Film
Anno: 2018
Regia: Steven Spielberg (+)
Genere: Avventura, Fantascienza
★★ 😵

Nel futuro tutti sono schiavi della realtà virtuale e ragazzo parte alla ricerca di tre mitiche chiavi per vincere grande tesoro. Un viaggio dell eroe dove vediamo dei giovani appassionati combattere contro arida corporazione che vuole appropiarsi della cultura pop, ma piu che a i Geek il tutto è un grande elogio agli hipster, con un tema principale molto ruffiano che si tramuta qua in un orgia di infinite e sterili citazioni che è impossibile e anche piuttosto inutile citare tutte. Si va oltre quel post-modernismo dove il passato era una risorsa d'ispirazione per creare qualcosa di nuovo e si arriva a questa confusa fase della cultura pop moderna creata da internet dove la citazione stessa diventa contenuto, un gigantesco ammasso informe dove tutto viene messo sullo stesso piano, un infinito IPERTESTO dove il testo non esiste piu, come una pagina di wikipedia tutto rimanda a qualcos'altro e nulla di quello che viene presentato ha peso o è sincero, è un continuo "Conosci questo? e questo? e questo?ma guarda questo" e il cervello viene cosi addomesticato con un falso senso di familiarità, poi caro Spielberg, va bene tutto, lo so che lo hai conosciuto Kubrick, ma cristo quello che hai fatto qui è un chiaro insulto alla sua memoria! quella cacata pazzesca è il momento piu basso dell intero film e io direi di tutta la tua carriera, roba da schiaffi in faccia all infinito. Ma tralasciando le citazioni che uno potrebbe benissimo non cogliere, che film è? io lo dividerei in due parti, le parti in live action sono un Young adult girato piuttosto bene, belle pianosquenze, belle ambientazioni, buon ritmo e sentimenti, mentre le parti animate sono Pura autentica Spazzatura, una grandissima puttanta, snap zoom a manetta, facce orribili che neanche nei film 3d di Luc besson, animazioni schifose, non c'è gravità, non c'è tensione, tutto gira e ruota sempre in un tritacarne di cose buttate senza un chiaro senso oltre al piu becero dell intrattenimento, non capisci chi sta combattendo chi, le dinamiche e le posizioni dei personaggi, l'azione non ha valore cosi come la storia che è solo un susseguirsi di Blande epifanie da quattrosoldi sulla vita del creatore. E il problema è che queste due parti sono fuse insieme e non si amalgamano per niente, spesso vediamo salti di montaggio molto fastidiosi dove saltiamo dalla buona regia alla diarrea visiva. Mark Rylance è bravo a rappresentare tutti i nerd bamboccioni del mondo ma Non ho amato il protagonista e ho odiato come fin da subito si innamora dell personaggio femminile e di come l'antagonista è il classico cattivo arrogante che sbuffa e sbratia ogni volta che perde. Ma Il piu grande rammarico è che nell ultima parte il classico spielberg esce fuori, ecco i FEELS, ecco quell inseguimento di tensione, ecco il templare, ecco il climax con l'inserire la chiave come metafora sessuale, ecco la festa, la vittoria, il senso di soddisfazione, ma il tutto resta un disastro perché Il tema principale è completamente ipocrita, vuole essere un sincero elogio anti-corporativo alla cultura pop ma è difatto il simbolo stesso di un prodotto artificiale.

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