Recensione Film
Anno: 1974
Regia: Mel Brooks
Genere: Commedia, Horror
★★★★ 😀
Il Nipote del Dr Frankenstein parte per il castello del nonno e finisce per creare un'altra creatura. Parodia comica di Mel Brooks che fa un grande omaggio agli storici film della Universal ma allo stesso tempo resta molto classico nella forma con un grande bianco e nero e una storia piuttosto godibile senza conoscere quei film e cosi invece di distruggere l'iconografia del passato la rafforza e quasi funziona come capitolo finale di quella saga. Tutto è guidato da uno straordinario Gene Wilder che riesce a saltare benissimo in diverse emozioni e può apparire come un patetico codardo, un freddo e cinico dottore o pure grida come un matto esaltato mosso da pura follia creativa, poi è uno spasso l'Igor di Marty Feldman che con i suoi occhi storti e le sue espressioni furbette e complici verso lo spettatore strappa sempre una risata e anche Peter Boyle non è male come mostro e riesce ad avere una presenza scenica imponente ma apparire ridicolo con i suoi strani versi. E mi piace come inizia mostrando nel fascinoso castello una bara che si apre e qualcuno strappa una scatola da uno scheletro, la lezione del dottore è assurda con lui che da le ginocchiate nelle palle di un povero vecchietto, bello come lascia la fidanzata alla stazione in una situazione romantica da noir ma lei lo schifa in tutti i modi possibili e non vuole essere toccata e finiscono per salutarsi con i gomiti, simpatica la gag dei cavalli che nitriscono ogni volta che si nomina la governante Frau Blücher, è un momento iconico quando urla quel "si può fare!", bello come parte odiando e cambiando il suo nome ma finisce per accettarlo, memorabile quel "potrebbe piovere", fa ridere il salutare il poliziotto con la mano del cadavere ed ottimo il monologo folle e sincero quando il mostro viene elevato al cielo. E Tutto è un minestrone comico dei vari film dell universal ed è piacevole rivedere il cervello scambiato dal primo, l'uso degli aquiloni, l'incontro con la bambina che si salva, dal secondo c'è l'idea del violino che doma la creatura, l'amicizia con il cieco e la pettinatura della moglie, mentre dal terzo c'è l'idea dell eredità, l'ispettore con la mano di legno e pure quella scena delle freccette, ed è interessante come la storia volendo essere irriverente verso la tragedia horror finisce per diventare molto sincera e umana, infatti la risoluzione al problema del figlio-mostro avviene non domandolo o facendolo ballare come un cane ammaestrato ma solo attraverso un vero sacrificio da parte del suo padre-creatore che deve rinunciare al suo gigantesco Ego e perdere parte di se stesso per avvicinarsi alla diversità e creare vero amore nel mondo. Insomma resta un grande film comico che non è invecchiato di un giorno, il suo sincero omaggio ai Cult lo ha fatto diventare anch'esso un grande cult che ha quasi reso gli originali obsoleti.
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