Recensione Film
Anno: 1989
Regia: Pedro Almodóvar
Genere: Commedia, Sentimentale
★★★ 😏
Pazzo esce dall istituto e va a rapire una donna di cui è ossessionato. Atipica commedia sentimentale che piena di ribellione provoca lo spettatore e mostra un rapimento violento che si trasforma in sindrome di Stoccolma e amore malato che premia l'uomo tossico che si prende con la forza le libertà di una donna, qualcosa di assolutamente maschilista e problematico ai giorni d'oggi e sarebbe impossibile da rifare un film del genere ma il tono generale è comunque piuttosto comico, ruotando su fetish di corpi nudi e sul Bondage c'è molto erotismo e anche gli elementi piu controversi vengono approcciati con una candida leggerezza. Victoria Abril e Antonio Banderas guidano benissimo la storia con lei piena di dolori e sofferenze interiori e lui minaccioso e determinato ma anche molto ingenuo, poi sono belli entrambi ma nello specifico la bellezza del giovane Banderas aiuta a stemperare anche i toni controversi della storia per rendere le situazioni di tensione dei momenti piccanti da sogno piu che da incubo e mi piace come lui si impegna per trovarle medicine e droga per non farla soffrire e che è solo nell sangue e nella sofferenza fisica di entrambi che nasce il vero amore. Visivamente è un film molto bello e pieno di colori accesi, c'è tutto Almodóvar con i suoi rossi ma funzionano gli incredibili sguardi potenti dei personaggi e pieno di tensione il momento sul letto quando cerca di prendergli le chiavi o quando telefona alla madre e si commuove piangendo, i quadri cattolici fanno da contrasto allo spirito ribelle del film, d'impatto la scena del falso film per come ci sono belle tende rosse in movimento, super erotica è quella nella vasca con il giocattolino del sommozzatore che le va tra le gambe, molto perverse sono le situazioni quando si spoglia la ragazza o va in bagno, il giocare con le corde diventa un rituale di coppia e momento di intimità, catartica è la scena di sesso dove il dolore si mischia con il piacere, buone le scene di canto liberatorio e per fare autoironia è simpatica la sottotrama del vecchio regista pervertito in cerca di un ultima emozione anche se appare distaccata da tutto il resto. Ed è un film Ribelle che mostra l'amore che irrompe violento e diventa come prigionia, un "legame" in tutti i suoi sensi ma è anche un modo per visualizzare un passaggio verso la maturità fatta di regole ed impegni, legarsi e impegnarsi significa sacrificare un pezzo di libertà e in una Spagna appena uscita da una dittatura non sai bene se il film indica un uscita o un entrata nel tunnel e il finale tra le macerie e quel canto in macchina sofferto di resistenza sembra rivolto proprio a questo tema.

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