Recensione Film
Anno: 2009
Regia: Neill Blomkamp
Genere: Fantascienza, Azione
★★★★★ 👾
Astronave arriva a Johannesburg e un milione di rifugiati Alieni vengono messi per anni in una baraccopoli. District 9 è un film che parte dall'apartheid sudafricana e dai problemi dell immigrazione per sviluppare un'onesta e sincera storia di fantascienza sulle tensioni razziali che spiega il problema senza cercare di fare pesanti moralismi sull accoglienza, ecco cosi che gli alieni sono disgustosi, ripugnanti, vivono nella spazzatura, sono odiati e umiliati dalla gente, alimentano la criminalità con tutti che vogliono sfruttarli, e la comprensione e un vero contatto umano potrà nascere solo quando l'uomo comune si troverà nella loro stessa condizione. E dal punto di vista registico è fenomenale, è un blockbusterone ma ha un anima da film indipendente e senti la passione che ci hanno messo nel design dei gamberoni che sono brutti ma hanno degli occhioni tenerissimi, o anche il design delle armi, la tecnologia semi-organica, come fanno le uova, il mech in stile anime, l'astronave in lontananza è iconica e fantastici sono gli elementi da body horror, gli esperimenti raccapriccianti, tutti gli effetti visivi sono ancora oggi piuttosto buoni e si amalgamano bene con un idea di reale, vissuto e sporco. Un film guidato benissimo da Sharlto Copley che riesce ad essere teneramente bastardo all inizio per come tratta male con pregiudizio gli alieni ma mostra sempre piu una candida innocenza che colpisce, amo le sue espressioni di disperazione e di sofferenza, il suo stato nevrotico e di completo shock al suo percorso umano di cambiamento, è davvero una grande interpretazione e il toccante rapporto con la moglie aggiunge molto cuore alla vicenda. La storia è poi narrata come fosse un documentario ed è uno stile che serve un po' a mascherare limiti di regia ma secondo me presenta bene gli eventi come reali senza cadere troppo nell fantastico oltre al fatto che è un approccio unico che lo rende diverso da tanti altri, mi piace anche il finale che resta molto ambiguo, poteva essere un banale "abbiamo sconfitto il razzismo! apriamo i confini volemose bene ora!" ma invece il problema resta, non si risolve magicamente, c'è solo una vaga promessa e un fiore nato dalla spazzatura che simboleggia la speranza che le cose possano cambiare. Nel complesso per essere un primo film è un mezzo miracolo, funziona l'idea che descrive problemi seri e reali, funziona l'approccio da documentario che intriga, funziona l'azione, funzionano le incredibili e spettacolari visuali, funziona l'arco del personaggio che è intimo e toccante, funziona il finale aperto che non ha facili moralismi, riguardandolo oggi resta un ottimo film eseguito magnificamente e dispiace che Blomkamp non sia mai piu riuscito a raggiungere questa qualità.
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