19 dicembre 2018

La Casa di Jack

Recensione Film
Anno: 2018
Regia: Lars Von Trier
Genere: Thriller, Arthouse
★★★ 😒

Jack è un Serial Killer che narra cinque dei suoi spietati crimini. Lars Von Trier torna a confondere e provocare con un associazione macabra tra la sua Arte e la violenza, Matt Dillon mi è piaciuto, la camera a mano è ottima cosi come l'uso del colore rosso, gli episodi presi singolarmente sono davvero potenti, c'è un asciuttezza da far paura, la violenza mostrata è fredda fino all esagerazione, il protagonista è spietato, crudele, malato, un mostro e ti senti sporco solo a guardarlo agire, in piu mostrando la sua stupidità iniziale e l'ingenuità delle sue povere vittime c'è quasi un elemento grottesco di commedia nera restando comunque un film molto cinico e cattivo. Ma a Trier non gli bastava fare un semplice film e deve rovinare tutto con il suo cavolo di ego, ecco cosi che tra un episodio e l'altro c'è questa specie di slideshow amatoriale dove il protagonista in voce fuoricampo riflette ogni evento, si analizza, psicanalizza ogni cosa, si fanno seghe mentali sull arte, sulla natura dell umanità, della vita, della morte, si mostrano quadri famosi e non, filmini, fotografie, architettura, dieci minuti a parlare di due lampioni che fanno un ombra, si parla dell uva che marcisce, degli aereoplani, della mietitura dell erba e anche dei nazisti gia che ci siamo, è un letterale documentario del film stesso all interno del film, anzi no è un fotutto meta-commentary del regista al suo stesso film, ed è qua che io getto la spugna, perché mi puoi mostrare quello che vuoi in un film ma diamine fallo in una struttura decente, non puoi continuamente soffermarti su ogni minima cosa e farmi sempre la lezioncina filo/antropologica da quattro soldi su quello che vuoi dire, al massimo falla alla fine se proprio non resisti ma ti prego non rompere le balle dello spettatore con sta maledetta voce fuoricampo! e vi giuro sarebbe facile liquidarlo come un film brutto ma non è cosi! gli episodi sono fantastici! è questo che fa rabbia, Trier non è un ingenuo, sa cosa significa tutto questo, il suo esplodere in esposizione è rifiutare il sottotesto quasi mettendo le mani avanti consapevolmente, in questo modo non puoi leggerci altro che quello che dice lui, ed è tutto fumo negli occhi, tutte le tematiche presentate, tutte le riflessioni in realtà sono una lunga barzelletta, il suo è puro sarcasmo sulla sua stessa arte, ed è qui che fallisce nel profondo, la sua apparente autoconsapevolezza è solo una maschera, un modo furbo per cercare di nascondere i suoi difetti, esempio lampante sono le canzoni pop utilizzate per stemperare il tutto cercando di allontanare la pretenziosità con un ritmo "cool" ma sono solo delle toppe, dei cerotti che appaiono Fasulli, sono musiche completamente fuoriposto visto che la pretenziosità di Trier è troppo grossa da nascondere. Insomma è una bella esperienza nera, amarissma e viscerale ma ci sono troppe cose frustranti che non gli perdono, senza le voci fuoricampo poteva essere un film pazzesco ma cosi è solo un esercizio di stile masturbatorio, un altro di quei grandi film arthouse da mettere nella categoria "cagate pazzesche".

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