Recensione Film
Anno:1966
Regia: Ingmar Bergman (+)
Genere: Arthouse, Psicologico, Esistenziale
★★★★★ 😇
Alma è un infermiera che cerca di aiutare un attrice perduta in una
misteriosa malattia. Film riflessivo e psicologico che si addentra nella
psiche umana e nei problemi esistenziali dell'identità personale, si
parla del conflitto con i ruoli che la vita e la società ci impongono,
maschere come l'essere moglie, madre, amante, amica, dei ruoli di cui la
mente libera vorrebbe sempre sfuggire, tutto è una menzogna, Nessuno
può essere veramente capito e nemmeno noi possiamo capire noi stessi. Il
film è molto Minimalista, offre emozioni profonde e tanti primi piani,
volti potenti che sovrastano, si incrociano e intersecano in una cosa
sola, anche il sonoro è minimalista, inquetante e onirico quasi da
Horror, e con un montaggio sperimentale da Meta-cinema tutto diventa un
sogno lucido pieno di momenti potenti, alcuni sono cosi potenti che
spaccano completamente il film, lo squarciano e lo strappano ribadendo
che anch'esso è solo un altra delle tante menzogne della vita. Alma
racconta ad Elisabet la sua di persona, l'infermiera si apre e si mette a
nudo, mostra tutte le sue fragilità e contraddizioni, nasce un intimo e
stupendo racconto erotico molto significativo e nasce l'illusione di un
possibile contatto tra individui, ma la verità della solitudine umana
arriva prepotente e si crea una ferita inguaribile. C'è poi il climax
dell intero film che è un doppio spiegone ripetuto sul passato di
Elisabet, un ripetersi due volte dello stesso monologo che distrae ma
non solo serve a chiarire ogni cosa ma anche a costruire l'idea di due
prospettive diverse e opposte nate da una stessa origine. Inutile dire
che è un ottimo film, quella mano sullo schermo vale l'intera visione ma
sono ottimi anche molti dei primi piani come quello di Elisabet che
viene avvolta lentamente dall oscurità e quel capolavoro che è il
dialogo a tre con il marito, all epoca Parlare di sesso e aborto era piuttosto audace e di certo ancora di piu il mostrare donne che
sognano di voler essere libere non solo dalla società ma da loro stesse.
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