Recensione Film
Anno: 2024
Regia: Ali Abbasi
Genere: Biopic
★★★ 😌
Negli anni 70/80 un giovane Donald Trump cerca di tirarsi fuori dai guai e fare ancora piu soldi. Biopic che narra gli anni d'oro di Trump e seppur sia un film molto generico nel complesso risulta interessante, mi piace il tono punk rock dei titoli d'apertura, la fotografia e la musica utilizzata fanno respirare molto il periodo storico, Sebastian Stan se la cava nel fare una versione giovane di Trump e anche se copia alcuni tick e movenze non fa la solita parodia e riesce bene a renderlo umano e mostrarlo anche fragile e impacciato, ma quello che piu colpisce è Jeremy Strong che fa un incredibile e viscido avvocato quasi simbolo del demonio stesso che diventa mentore e maestro di Trump e gli insegna come essere un farabutto con le tre regole del attaccare, negare sempre e mai ammettere la sconfitta. Cosi il film parte piuttosto bene nel mostrare la satanica ascesa alla gloria di un riccone che diventa ancora piu ricco fino alla mostruosità ma nella seconda parte il ritmo un po' crolla e non sa piu bene cosa dire, ottenuto il succeso si cerca vagamente di criticare il rapporto abusivo con la prima moglie e poi per confondere emotivamente arriva del pietismo esagerato per il personaggio di Cohn ma chiaramente quello che vuole fare davvero è un parallelo simbolico tra le origini di Trump e la sua futura carriera politica che averrà 40 anni dopo, ma anche in quest'ottica la storia non graffia nel modo giusto e anzi per me perde forza se parte del discorso è fuori dal film e tutto quello che accade deve essere letto solo in prospettiva di quello che farà . Nell insieme è storicamente un interessante biopic sull arrivisimo e sull arroganza capitalista in pieno stile anni 80 ma forse la narrazione umanizza cosi tanto la prospettiva che si riduce involontariamente a normalizzare fin troppo questo tipo di cinismo e avidità malvagia.
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