Recensione Film
Anno: 2023
Regia: Kelly Fremon Craig
Genere: Storia Di Formazione
★★ 😪
Negli anni 70 una giovane ragazzina deve crescere e scegliere quale religione seguire. Storia di formazione molto classica con i soliti imbarazzi, prime cotte, baci, gelosie, il gioco della bottiglia, le amichette sceme e ingenuità tipiche del periodo, la storia ha una struttura da diaro personale con lei che parla direttamente a Dio dei suoi dubbi e problemi ma tutto scorre lento e poco memorabile con un classico stile da slice of life che cerca di dipingere nel complesso la pre-adolescenza. Mi è piaciuta Rachel McAdams che fa una buona madre piena di turbamenti e la bimba attrice non è male, poi strappa di certo un sorriso la voglia delle ragazze di avere un seno piu grosso o il desiderio di avere il ciclo per essere come le altre ma questa voglia di omologazione fisica e di crescere a tutti i costi è presentata in maniera troppo ossessiva e appare forzata e poco sincera senza contare il fatto che puntare sull elemento fisico invece che su quello di crescita personale e spirituale è un messaggio totalmente sbagliato che guarda unicamente al corpo e sottolinea che una donna è formata solo da questi eventi spostando l'attenzione su una vera crescita emotiva della giovane. Altro problema è Il conflitto di religione dei nonni tra cristianesimo ed ebraismo che è un altro elemento per me sviluppato male, lei si trova tra due mondi e deve fare una scelta importante per la sua vita ma il film alla fine diventa codardo e gioca facile dando la colpa agli adulti e decide di non scegliere rendendo l'intero framing narrativo del parlare con Dio totalmente inutile con quella bugia del "tanto io non ci credo". Nel complesso è una storia di formazione che offre toni caldi e nostalgici ma tutto è piuttosto scialbo e poco profondo perché mancano quegli importanti elementi narrativi che costruiscono un forte e significativo percorso di crescita.
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