Recensione Film
Anno: 2023
Regia: Greta Gerwig
Genere: Commedia
★★★ 😳
Barbie vive nel suo mondo plastico ma va in crisi esistenziale e parte per capire cosa vuole davvero. Basato sulla popolare bambola il film è un'eccentrica commedia che prova ad essere troppe cose, una sofisticata riflessione femminista sui ruoli di genere, un film di culto, un omaggio nostalgico ad un vecchio giocattolo, un'avventura fiabesca per ragazzine e un prodotto postmoderno consapevole, ma nessuno di questi approcci riesce a funzionare davvero e cosi il tutto resta piuttosto debole e mediocre. Registicamente non mi ha detto molto, certo le coloratissime scenografie sono ottime, mi piace la citazione a 2001 all inizio, toccante un momento quando le scende una lacrima colpita dalla cruda realtà e il classico incontro con il creatore ha un certo fascino mistico ma anche questa volta Margot Robbie come attrice non mi ha proprio convinto, pure Ryan Gosling è pessimo ma per come fa l'idiota tifavo per lui nonostante diventa sempre piu un egocentrico antagonista. Come commedia non mi ha fatto mai davvero ridere, troppo ridicolo e scemo all inizio e poi fin troppo pieno di Allusioni meta testuali molto pigre, le piu giovani si annoieranno presto con troppi dialoghi per adulti, gli elementi musical e surreali sono carini ma anche fiacchi e buttati un po' a caso senza stile e usati per ridicolizzare i maschi piu che le femmine, la riflessione femminista con i soliti ribaltamenti di ruoli vuole essere moderna ma è la fiera delle banalità in ogni sua forma, un modo patetico e forzato di parlare di emancipazione della donna e scontro con il maschi che finisce per non dire nulla di davvero importante e comunque ogni messaggio di valore va in contrasto con il fatto che tutto è nel profondo una pubblicità in favore del Marchio Barbie, il film può fingere di dire quello che vuole ma non attacca mai veramente il brand di cui fa parte, non decostruisce la bambola, non può spaccarla, distruggerla, renderla sovversiva in nessun modo, la storia per come punto su punto attacca ogni critica mossa negli anni alla figura di Barbie e si focalizza su una madre e figlia che riaccendono l'amore per il brand non fa altro che elogiare l'icona in modo corporativo, cosi ogni battuta metatestuale è solo falsamente consapevole e serve per nascondere il vero scopo del film che è quello di superare la crisi identitaria della bambola, farla tornare di nuovo POP e far galleggiare questo vecchio marchio pieno di stereotipi nella modernità ipercritica di oggi. Insomma nel complesso il tutto è una colorata pubblicità pseudo-femminista piena di quell'odiosa ironia auto-consapevole moderna che distrugge ogni tipo di sincerità, cosi finge all inizio di ridicolizzare l'idilliaco mondo plastico commerciale pieno di falsità, inequità e contraddizioni dove niente è reale ma poi ci ripensa, attacca in modo sessista l'egocentrismo maschile ignorando quello femminile e con follia ribadisce quanto pieno di valore sia il vecchio falso universo rosa di Barbie.
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