Recensione Film
Anno: 1960
Regia: Alfred Hitchcock (+)
Genere: Thriller
★★★★★ 😲
Gruppo di persone indaga su un misterioso Motel accanto ad un inquietante Villa. Gelido ed iconico Thriller che ha fatto la storia e ispirato tanti altri autori ma sopratutto resta ancora oggi un solido film che con pacatezza scava nella tensione per poi esplodere in forti e acuti momenti dell orrore, parte fin da subito con l'ottima musica di Bernard Herrmann che crea una continua spirale ipnotica che diventa di colpo delle agghiaccianti urla di violino, poi la storia per spiegare l'eccezionale parte da un comune sentimento di colpa e peccato criminale come la tensione e paura per dei soldi rubati con l'indugiare della camera sulla busta, il senso di ansia, il faccione imponente di un poliziotto con gli occhiali da sole, lui che la segue e che appare in lontananza creando costante angoscia e una forte voglia di fuggire che poi diventa un discorso sulle prigionie mentali e repressioni psicologiche, anche l'indugiare piu avanti sulla pulizia della stanza dall peccato commesso è un importante momento di riflessione che visualizza il calmo e metodico sentimento di repressione con la voglia di cancellare tutto e nascondere. Amo per questo la scena dove la macchina nella palude sembra non sprofondare che lascia veri brividi, ma anche la salita e la discesa dalle scale, quel coniglio triste nella stanza, il momento voyeur, il gufo impagliato nell ufficio, la mano davanti alla bocca, l'orma del corpo nel letto, la sedia che gira con la lampada che si muove e l'ottima inquadratura finale con la coperta sulla schiena, Dei personaggi buono lo sguardo preoccupato di Marion quando è in macchina e il detective che sembra Mussolini ma gli altri sono un po' anonimi e tra tutti quello che di sicuro brilla è la smilza figura di Norman Bates, uno dei primi bamboccioni del cinema schiacciato dalla difficile relazione con l'imponente madre che pieno di ansia sociale finge a fatica costante gentilezza e voglia di connettersi agli altri, Anthony Perkins lo interpreta in modo pazzesco e mi piacciono tutti i momenti di dialogo pieni di tensione, funziona molto vederlo aprirsi sinceramente ma anche stare sulla difensiva e farsi improvvisamente piu serio o quando gli escono fuori sorrisetti inquietanti. C'è poi la geniale scena della doccia che è una costruzione di montaggio cosi famosa e perfetta da essere presente in ogni libro di cinema ma data la sua natura iconica tristemente molti si approcciano al film gia sapendo cosa accadrà e questo per certi versi rovina l'esperienza, anche il fatto che ha ispirato molti film successivi lo può far apprire basico e datato rispetto a quelli piu violenti e sanguinari usciti in seguito e poi nel finale arriva un mega lungo spiegone didascalico fatto per il pubblico degli anni 60 che rovina in parte la sottigliezza della storia ma nel complesso Psycho è una colonna fondante del cinema che con pochi mezzi ed estrema chirurgia usa la tensione e le azioni dei personaggi per scavare nella psiche di chi è prigioniero dentro se stesso.
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