Recensione Film
Anno: 1966
Regia: Michelangelo Antonioni (+)
Genere: Thriller, Arthouse, Mistery
★★★★ 😰
Fotografo professionista scopre di aver fotografato qualcosa per sbaglio. Un Mistery Esistenzialista che cattura luci ed ombre della nascente cultura del sessantotto con al centro un protagonista ambiguo che si interessa ai senzatetto e supporta i movimenti per le strade ma poi è stronzissimo con le modelle da sesso occasionale e fa effimere e pacchiane foto per riviste, lui è un fiero e arrogante artista che ha un disperato bisogno di creare qualcosa di significativo ma si rende conto di quanto l'arte e la cultura siano solo una farsa, un gioco mentale di gruppo a cui partecipare dove fuori dal contesto non c'è un vero e chiaro significato se non nella mente di chi vuole trovarlo. Il film ha ritmi piuttosto lenti, si dilunga troppo in scene con le modelle cercando un erotismo non molto riuscito, indugia e perde tempo nella cultura giovanile dell epoca e la narrativa astratta non è di certo per tutti, specie il finale sovversivo è un grosso vaffanculo a chiunque ama delle risposte certe ma la partita di tennis è comunque un capolavoro simbolico, bello il rilassato momento nel parco dominato dai soli rumori ambientali e mi piacciono moltissimo tutti i momenti d'indagine per come non vengono usate parole e attraverso il linguaggio visuale viene mostrata una profonda e appassionante riflessione su quanto creato, è un bellissimo processo di un artista che cerca e crea un significato alla propria arte con quello sviluppare e guardare foto, ingrandire, paragonare, analizzare i dettagli, sentirsi importanti, spaventati, in cerca di risposte e poi totalmente inutili, persi e soli tra realtà e fantasia.
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