Recensione Film
Anno: 1986
Regia: Rob Reiner
Genere: Storia di formazione, Dramma
★★★★★ 😄
Negli anni 50 quattro ragazzi partono in un viaggio alla scoperta di un cadavere. Basato su un racconto di Stephen King questo film è una storia di formazione molto semplice e lineare che non ha grandi virtuosismi tecnici o registici ma nella sua semplicità narrativa è un film perfetto per come in un viaggio estivo racchiude l'addio all infanzia e una triste nostalgica malinconia per il tempo che passa con un percorso di vita seguendo delle rotaie di treno verso l'dea stessa della morte che simboleggia la consapevolezza della nostra mortalità che arriva in adolescenza. La forza del film è anche come vengono presentati questi ragazzi che sono innocenti ma ribelli, giovani che vogliono fare i grandi, fumano, si punzecchiano e insultano in modo volgare per rafforzare il senso di amicizia e si sente il loro legame quando si salvano a vicenda dai pericoli o quando capiscono i loro traumi e problemi con padri assenti o violenti, cosi oltre all incontro con la morte la storia mostra questi giovani davanti all incertezza del futuro con il rischio e le paure di crescere diventando corrotti come gli adulti, e l'aspetto tragico e nostalgico che viene dato alla storia è arricchito dal fatto che tutto è gia passato, perso nei ricordi di un uomo adulto che riflette su qualcosa che è gia morto. La recitazione dei ragazzi forse non è perfetta, il gruppo di bulli poco approfondito e la storia della gara di torte è un po' esagerata ma mi piacciono le scene dove i ragazzi affrontano disperati il treno che passa con una voglia di rischiare la vita irresponsabile e suicida, amo le tante iconiche inquadrature di gruppo sopra queste rotaie, poi l'arrivo al cadavere riesce ad essere spaventoso, agghiacciante e poetico senza strafare, ma il momento che lo rende un capolavoro è il finale con quel saluto in dissolvenza a tradimento e quella amarissima chiusura su quel tipo di amicizia che si aveva da giovani che non tornerà mai piu.
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