10 gennaio 2022

È Stata la Mano di Dio

Recensione Film

Anno: 2021
Regia: Paolo Sorrentino
Genere: Dramma, biografico

★★★★ 😏

Negli anni 80 a Napoli un giovane ragazzo sogna l'arrivo di Maradona ed è attratto dalla seducente Zia. Storia di formazione autobiografica dove Sorrentino mette tutto se stesso descrivendo le sue esperienze e le ispirazioni partendo da un quadro familiare simpatico e grottesco con le classiche stravaganze e singolari facce felliniane per poi interrompersi brutalmente contro il muro della cruda realtà, un cambio di stile in corsa e a tradimento che apprezzo tantissimo ed eleva il film dalla vuota autocelebrazione compiaciuta in un vero e profondo percorso di crescita e riflessione personale. Un film nettamente diviso a metà quindi, c'è la calda e ridicola famiglia piena di contraddizioni come genitori tanto uniti quanto divisi, vicini tanto odiosi e presi per il culo quanto parte della famiglia, volgarità, scherzi e calde donne in sovrappeso che di colpo spariscono e diventano amara solitudine dove si vaga senza meta in cerca di un posto nel mondo, si parla di un conflitto tra dramma e commedia, il reale e il fantastico, tra la zia che esplode in erotismo e l'amara prima volta tragicomica, il sogno iconico di Maradona simbolo locale e generazionale che si infrange con il diventare adulti e assistere ad una vittoria che fa esultare tutti tranne il protagonista, cosi Sorrentino spiega (e anche giustifica) la sua esagerata cifra stilistica che guarda molto all estetica e al simbolismo piu che al realismo, c'è il sogno onirico e fasullo del cinema contro la realtà da evadere, dentro il film costruisce un rapporto con se stesso, il suo presente, il suo passato, il suo cinema, lo spettatore e i critici che hanno notato i suoi troppi eccessi visivi. Ma sopratutto è un film sorprendente per come ti entra sottopelle e riesce a toccare il cuore con vero dramma, quella scena del "fatemeli vedere" è agghiacciante con un ottimo uso di spazi e dell eco, bello quel citare il rumore Tuf Tuf dei motoscafi che colpisce quando detto ad un amico (e bello che torna anche nei titoli di coda dopo la canzone), Tutto esplode nel colore azzurro simbolo della città e il continuo tuffarsi in mare è elemento ricorrente di trasformazione e cambiamento, cosi come significativo l'incontro con il maestro di vita Capuano che incarna meglio di chiunque altro la critica e gli dice l'emblematico e misterioso consiglio "non ti disunire" che è quasi l'antitesi del "non farti fottere dalla nostalgia" di Cinema paradiso. Insomma un film che funziona alla grande, avevo paura che Sorrentino si masturbasse con vuote belle visuali ripetendo per due ore quanto amasse Maradona e Fellini ma riesce ad andare oltre, a mettersi a nudo e mostrare il cuore che nascondeva dietro tutto il suo stile.

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