Recensione Film
Anno: 2021
Regia: Wes Anderson (+)
Genere: commedia, Nostalgico
★★★ 😳
Tre giornalisti narrano tre storie per l'ultimo numero del loro giornale. Wes Anderson ritorna al suo marcato e unico stile in questo film Antologico che omaggia il cinema francese e delizia con la sua dolce tecnica e i suoi brillanti tecnicismi ma piu prosegue e piu lascia un po' con l'amaro in bocca, è il probema sopratutto delle storie antologiche, te ne piace una e poi finisci per non essere preso da un altra e perdi interesse, qua la prima storia di un prigioniero artista mi aveva proprio catturato, c'è un fantastico e tenero Benicio del Toro che fa tormentato assassino pittore e una Léa Seydoux bellissima che si mostra nuda esplodendo come una bomba atomica e cattura anche in divisa, stavo amando molto la vicenda e poi Puf! spariti, e si passa ad un odioso Timothée Chalamet con un piatto omaggio della new wave francese con effimeri litigi d'amore politici che sanno molto di vuota parodia che sbeffeggia e svilisce il passato dell impegno politico, la terza storia che parla di un rapimento è pure carina e tutto è infiocchettato bene in una quarta storia intorno a questo giornale ma resta la sensazione di insoddisfazione con una serie di "simpatiche vignette" che non si amalgamano bene e non lasciano un forte impatto. Tecnicamente resta impressionante e anzi Anderson non si fossilizza mai dietro al suo collaudato stile teatrale ma prova nuove idee, varia continuamente l'offerta registica durante il film che si butta spesso nel bianco e nero con colori che arrivano a sorpresa per colpire, Splitscreen, rotazioni di un tavolo, pov di bicicletta, sottotitoli speciali da rivista, scene animate, carrelli di freeze frame con attori che fingono di stare fermi, insomma sono tre corti dove c'è tanto da ammirare ma poco da ricordare, Anderson è un chirurgo esperto, l'operazione stilistica è riuscita ma il paziente è morto.
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