Recensione Film
Anno: 2007
Regia: Quentin Tarantino (+)
Genere: Thriller, Erotico, Meta
★★ 😳
Ragazze libere e piene di vita si imbattono in un stuntman Killer. Quinto film ufficiale di Tarantino che omaggia ancora una volta quel cinema degli anni 70 che piace a lui, sotto un filtro di pellicola rovinata, una marea di canzoni e falsi errori di montaggio il film ricostruisce un atmosfera di festa tra amiche dove tra fumo e alcool si ritrovano a parlare di ragazzi e cinema, mentre l'antagonista con il suo atteggiamento predatorio e perverso rappresenta tutte le ombre del maschio oppressivo da abbattere in una chiave di lettura anche piuttosto femminista senza dimenticare una forte componente erotica con grosse inquadrature di culoni e piedini. Tutto carino e simpatico nella forma ma per quanto lo stile di Tarantino sia riconoscibile e abbia charme questo film non mi piace proprio, il ritmo è completamente sbagliato con troppo tempo dedicato al cazzeggio e dialoghi riempitivi, la struttura speculare poi rende la prima parte solo un gigantesco prologo e per un ora si perde tempo intorno a dei personaggi che non servono piu a niente, capisco che forse si vuole citare una mossa simile in Psycho ma cosi la seconda parte fatica a decollare perché non c'è connessione con la prima, si deve nuovamente ripartire da zero e il dover ricominciare a ripresentare i personaggi nella seconda parte con altri dialoghi e cazzeggi rende tutto lento e macchinoso e tristemente arriva la noia, ma io dico cosa costava lasciarne almeno uno che voleva vendetta nella seconda parte? C'è poi il problema dell antagonista che non fa mai paura, Kurt Russell è bravo e appare fascinoso ma a mio parere è poco utilizzato, a parte quei due sorrisini che fa non viene usato nel modo giusto, non è mai una figura minacciosa, mai davvero inquietante, mai abbraccia l'oscurità da killer, anzi si rivela un patetico clown da circo che Tarantino utilizza come avatar per soddisfare i suoi fetish malati come ricevere una super erotica lap dance o toccare i piedi di una ragazza per poi ribaltare i fetish sull subire da donne forti. Secondo me l'intero film ruota e viene costruito intorno a due scene chiave, il mega incidente e lo stunt finale, scene che hanno di sicuro un certo impatto e sono di sicuro memorabili ma tutto quello che c'è intorno non rafforza questi due momenti, anzi tutta la situazione dell legarsi al cofano mi è apparsa una mossa di stunt troppo forzata e una buona scrittura avrebbe reso quel momento organico e naturale, c'è da dire poi che questo grande elogio al cinema e agli stunts mi è sembrato piu una cosa detta a parole che con i fatti, l'inseguimento finale per me è girato male, è piuttosto brutto e non c'è alcuna tensione costruita, è un vago scimmiottare i grandi inseguimenti degli anni 70 senza capire perché funzionavano davvero. Nel complesso questo Death proof è un simpatico esercizio stilistico di un autore che ama parlare di ciò che piace a lui ma fatica a stare in piedi come solido film.
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