Recensione Film
Anno: 2018
Regia: Desiree Akhavan
Genere: Dramma, Storia di formazione
★★★ 😏
Nel '93 una ragazza è costretta ad andare in un centro Religioso per
guarire dalle sue tendenze omossessuali. Intima storia di Formazione
asciutta e pacata che cattura i conflitti dell anima senza tante
forzature, rispetto ad altri film del genere infatti qua mi è piaciuto
il suo ambiguo approccio al conflitto tra desideri e morale con una vera
e autentica esplorazione pricologica del problema (bello quell iceberg)
e cosi la prigionia che subisce la protagonista diventa un opportunità
per riflettere sulle cause di questo disagio, per capire che il problema
non è la religione e per capire quale sia il giusto percorso per essere
davvero libera. Ed è un peccato che nonostante una regia precisa, una
recitazione e dei dialoghi convincenti arriva un finale che rimarca la
fiera delle banalità, viene praticamente detto "essere gay è okey" e che
i religiosi sono tutti ipocriti e complessati che abusano
psicologicamente chi non la pensa come loro, e dopo tutto questo ampio
discorso sul tema volevo e mi aspettavo qualcosa di molto piu profondo.
Piu che di immagini il film vive di respiri e sospiri, le scene Lesbo
sono bollenti ed erotiche rimarcando questo potente desiderio
peccaminoso e il conflitto con l'autorità censoria diventa molto spesso
un forte dramma, incarnato bene dai personaggi secondari che soffrono
anche piu della protagonista questa "riformazione soft alla arancia
meccanica". Ci sono tante belle scene che mi hanno colpito, dall canto
liberatorio in cucina alla sentita telefonata sotto il tavolo, quindi In
sostanza il tutto è un buon Film Lgbt ma secondo me non riesce ad
andare oltre il suo rispettabile messaggio di accettazione.
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