21 gennaio 2018

The Square

Recensione Film
Anno: 2017
Regia: Ruben Östlund
Genere: Satirico
★★★ 😅

Curatore di museo tocca i limiti del consentito per raggiungere un pubblico piu ampio. Un film che parla di arte moderna, di pubblicità, di marketing, di critica, pretenziosità e sopratutto del conflitto tra Arte e Pubblico, gli artisti sono disperati e patetici cercando di riuscire a spedire un qualche Messaggio e quindi Osano, rischiano, si compromettono, esagerano e falliscono, ed è giusto cosi, per essere tale l'arte non deve confortare ma deve provare ad essere provocatoria, scuotere e smuovere le coscienze. il film parla anche di come gli artisti sono bastardi egocentrici che amano solo se stessi e sfruttano i problemi sociali e la povertà per tornaconto personale, ovviamente con questi argomenti il film diventa inevitabilmente anche "Meta" con il telefono da recuperare e la scena dell ristorante che è piu o meno la tesi massima del discorso, si mostra visivamente i limiti dell rapporto tra artista e il suo passivo pubblico, che è disposto ad accettare un qualsiasi messaggio a patto che non superi certi Limiti, ma è solo dentro o oltre quei limiti che il pubblico viene veramente toccato, è solo nei limiti che l'Arte diventa Arte. Il film quindi vive di momenti, ha grandi scene, la regia riesce molto bene a Costruire la Tensione e la distensione in situazioni che oscillano tra il comico e il satirico, bello il pathos quando le luci si accendono e spengono alla consegna delle lettere, i gridi d'aiuto casuali o i rumori violenti in sottofondo, con le musiche utilizzate che vanno dalla classica ad un piu violento dunzdunz da rave party. Ma nell insieme Il film non mi ha convinto, è pesante, troppo lungo e forse il problema principale è per ironia proprio nel suo messaggio verso l'Arte che finisce per essere cosi palese che rovina il discorso narrativo, è un messaggio su qualcosa che non si può definire che si arruffiana un certo tipo di pubblico intellettuale ma allo spettatore comune non frega nulla della storia, non ci frega nulla del protagonista, non ci importa nulla dei suoi colleghi, cosi come la relazione con la giornalista e il rapporto difficile con le sue figlie, c'è troppo sottotesto e poco testo, il film vive cosi di intellettualismo spocchioso, infatti tutto il discorso sulla moralità artistica è circoscritto solo a critici e artisti mentre le persone normali se ne sbattono di come un messaggio viene spedito, l'importante è che arrivi.

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