Recensione Film
Anno: 2017
Regia: Janus Metz Pedersen
Genmere: Dramma, sportivo
★★★ 😌
Negli anni 80 Il campione di tennis Björn Borg deve riuscire a mantenere
il titolo di campione affrontando a Wimbledon il rivale McEnroe. Un
dramma sportivo che scava nelle differenze caratteriali dei due
protagonisti creando un classico specchio riflesso dualistico, il bello e
il brutto, il ghiaccio e il fuoco, l'europeo e l'americano, il cy-borg
calcolatore metodico contro l'arrogante e ambizioso. Piu che parlare di
tennis si cerca quindi di entrare nella psicologia agonistica e nel
scavare romanticamente nel grande conflitto interiore dei due
personaggi, il tennis è uno sport individuale che richiede una
concentrazione enorme e la pressione per dominare la rabbia interiore
viene trasmessa bene allo spettatore con anche un interessante sound
design fatto di battiti e ticchettii. Fin da subito quindi Non si vede
l'ora di vedere il due gladiatori combattere ma il film si prende
davvero troppo sul serio, i due protagonisti sono imbronciati per tutto
il film e diventa difficile riuscire a costruire un empatia sincera, ho
visto film di guerra e Drammi sull lutto molto piu leggeri di questo,
l'approccio troppo serio fin da subito finisce per appesantire quella
che è una semplice partita di tennis gonfiata dalla stampa dell epoca,
poi il montaggio usa dei salti e skip di continuty che sottolineano la
tensione dei personaggi ma alla lunga questi salti di montaggio
diventano fastidiosi e confusionari, specie nella partita finale che ho
trovato girata malissimo, un caos di montaggio fatto di primi piani,
telecronaca invadente, campo, controcampo, odiosi slowmo, Risultato in
scritte grosse sparato in faccia e il tutto cerca male di elevare la
tensione esagerandola con pessima esposizione (1 a 1! 2 a 2! ommioddio!
stanno pareggiando!) ma in realtà la poca chiarezza visuale della
partita stempera la vera sfida sul campo, è incredibile come un film sul
tennis mostra davvero poco tennis effettivo, sono sempre tagli
velocissimi quasi si vergognasse di mostrare la pallina volare sul
campo. Nel complesso è comunque un film solido, fotografato e recitato
bene, anche Shia LaBeouf se la cava, ma questa serietà poco umana e il
suo montaggio caotico mi hanno reso difficile aprezzare la sfida sul
lato emotivo, un qualcosa che un Rush qualunque o il piu becero dei
rocky riuscivano a fare con una naturalezza impressionante.
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