Recensione Film
Anno: 1982
Regia: Ingmar Bergman (+)
Genere: Storia di formazione, dramma
★★★★ 😐
Il giovane Alexander vive felice la sua vita da ricco borghese fino a
quando la vita lo chiamerà a dure riflessioni esistenziali. Una storia
di formazione "per adulti" e quasi completamente inaccessibile ai piu
giovani, vediamo la calda opulenza aristocratica di chi sta bene
economicamente ma sopratutto spiritualmente e poi entriamo in un
asettica e fredda prigione spirituale dove la religione offre solo
punizioni e dogmi crudeli piu che vere risposte. Il film è lunghissimo
(ho visto la versione da 3 figuriamoci quella da 5 ore) e filosofeggia
un po' troppo apertamente giocando facile con lo stereotipo
dell'educazione autoritaria ma restano impressi momenti molto potenti,
dalla leggerezza goliardica del natale in famiglia alle Urla disumane
che raggelano i poveri ragazzi, ci sono primi piani graffianti e
sopratutto colpiscono i momenti surreali dove la fantasia di Alexander
piega la realtà mostrando a lui e a noi i suoi stati d'animo. E cosi
alla fine la famiglia diventa il palcoscenico della vita, tutti hanno un
ruolo, Tra farsa e tragedia, fantasia e realtà, In un rapporto di amore
e odio piu si conosce la Vita e piu ci si accorge che le verità non
esistono, dove la morte è Dio e Dio è il Teatro.
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