Recensione Film
Anno: 2025
Regia: Jon M. Chu
Genere: Fantastico, Dramma
★★★ 😫
La strega dell'ovest continua la sua ribellione contro il regno di bugie del mago di Oz. Secondo capitolo di questa trasposizione del musical dove tutto si fa piu tragico e drammatico, i colori e i livelli di produzione sono ancora buoni, Ariana Grande brilla e riesce bene a mostrare la sofferenza di Glinda e il suo percorso di maturazione, ci sono alcuni momenti simpatici come quando riceve la navetta bolla o quando le due amiche litigano e si prendono a schiaffi ed è buono tutto il discorso politico sulla verità con il film che mostra bene come attraverso le menzogne date in pasto al popolo viene costruito un nemico pubblico per nascondere le responsabilità dell'autorità al comando. Ma per quanto il film funziona il tutto è fin troppo pesante da vedere, almeno il primo riusciva a trasmettere un po' di gioia e divertimento mentre questo fa di tutto allungare il brodo ed essere triste e drammatico fino a diventare estenuante oltre ad essere un dramma poco sincero che appare fasullo per come non accade davvero nulla di irreparabile, non amo il solito triangolo amoroso che svilisce la divisione delle due amiche, l'usare gli animali come metafora del razzismo è sempre una mossa problematica, le canzoni lente fanno venire gli sbadigli, non c'era bisogno degli stupidi colpi di scena e scoprire le origini dello spaventapasseri e dell uomo di latta e capisco che la storia vuole mostrare la prospettiva tragica della strega andando in parallelo con l'originale mago di Oz ma per me è un errore far intravedere Dorothy senza mostrarla apertamente come personaggio perché lascia un grande buco nella narrazione. E di certo sono due musical carucci e buoni da mettere in sottofondo durante le feste di natale per il loro essere zuccherosi e colorati come una bomboniera ma nell insieme non mi hanno colpito piu di tanto, il ritmo è pessimo, la divisione in due parti allunga il brodo a dismisura, il dramma è pesante fino alla nausea e quasi tutta la potenza dell opera teatrale si perde annegata nella voglia di esagerare a tutti i costi.
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