8 novembre 2025

I Giorni dell'Ira

Recensione Film
Anno: 1967
Regia: Tonino Valerii
Genere: Western

★★★★ 😁

Ragazzo maltrattato dalla sua città incontra fascinoso pistolero e gli chiede di diventare suo allievo. Un Western di formazione che mostra una bella crescita di un giovane in questo spietato mondo, tutto è scritto davvero bene e ogni scena convince, mi piace come Scott fa i lavori piu umili e viene trattato male dalla sua comunità senza un vero motivo ma solo per il divario sociale e nasce cosi in lui la voglia di rivalsa, l'arrivo di Lee Van Cleef è super epico e possiede un fascino magnetico, mi piace come spara ad un uomo ed è sicuro di vincere il processo perché era legittima difesa, bello come la musica enfatizza la sua cavalcata epica mentre il ragazzo che lo insegue con un mulo ha musica comica, ottima la tensione con wild jack, una goduria sono tutte le regole che il ragazzo deve imparare e si sente la sua crescita attraverso un bel cambio di vestiti con Giuliano Gemma che se la cava a mostrarlo sempre piu duro e disilluso. Anche visivamente il film offre ottime immagini come quell veloce sparo tra le gambe, super brutale quando Talby viene trascinato dai cavalli e ha tutto il petto insanguinato, fantastica quell'inquadratura del cadavere in mezzo alla strada con tutta la gente intorno e la pistola a terra in bella vista, spettacolare è il duello sui cavalli in corsa dove devono caricare velocemente i fucili ed incredibile l'incendio del Saloon con fiamme infernali davvero pazzesche. Ma è sopratutto la storia che funziona perché qua il mentore e l'antagonista sono la stessa cosa e anche noi spettatori subiamo il fascino da pistolero esperto di Lee Van Cleef fino a scoprire che è solo un altro criminale avido e farabutto che pensa solo a se stesso cosi si sviluppa un bel contrasto morale che deve essere risolto dal giovane, e invece del solito volemose bene moderno per fortuna il finale soddisfa pienamente e mi piace come il ragazzo segue quelle regole che ha imparato per poi gettare via la pistola schifato e riabbracciare il vecchio barbone simbolo dell'umiltà delle sue origini.

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