Recensione Film
Anno: 2025
Regia: Wes Anderson
Genere: Commedia, Thriller
★★★ 😖
Spietato riccone fa un progetto faraonico per una centrale elettrica e gira con la figlia suora per concludere gli accordi necessari. Un altra follia comica di Wes Anderson che è piena zeppa di momenti simpatici da ammirare ma resta la sensazione che il regista sia diventato monotono e prigioniero di uno stile tanto ricercato quanto incapace di essere memorabile e toccare davvero il cuore dello spettatore. Ed è un peccato perché il senso di pura teatralità del film mi ha divertito fin dall inizio con quell assurdo incidente d'aereo pieno di tensione, fantastica è l'inquadratura dall alto del bagno, Benicio del Toro è strepitoso ed è una delle sue migliori prove d'attore, carini sono i vari tentativi di assassinio, ho amato tutte le discussioni con la figlia suora che lo spinge sempre piu verso la moralità e il sentimento cristiano, sono molto simpatici i momenti onirici in bianco e nero quando si avvicinia alla morte e funzionano perché nascono dai suoi intimi rimorsi, inutile dire che la fotografia è a livelli di qualità assurdi con un senso di composizione delle immagini bidimensionali totalmente unico da ammirare, e poi le frecce della balestra, le granate, gli schiaffi che ruotano la camera, lo strano personaggio di Michael Cera, il come vengono trovati gli accordi, il film offre tante cose simpatiche e divertenti. Ma odio come le scene non respirano e tutti devono parlare sempre come dei metronomi e appena uno finisce una frase l'altro la comincia, pessimo lo stupido momento del basket che fa vomitare, ad un certo punto spunta candelotto di dinamite da cartone animato stupidisismo, non mi piace che per visualizzare il conflitto Anderson mostra i personaggi urlarsi in coro a vicenda in modo volgare, patetici sono i terroristi comunisti, tutta la storia costruisce un conflitto con lo zio cattivo di Benedict Cumberbatch ma poi quando appare ha la barba piu finta del mondo e lo scontro diventa un stupida farsa da recita scolastica piu che da teatro e come se non bastasse l'epilogo non chiude in fretta ma perde tempo e si compiace che è sempre un grave peccato. Nell insieme il film mi è piaciuto e questa volta Anderson mi ha convinto ma dispiace che il suo stile per quanto bello e ricercato sembra ormai il rifugio in una collaudata formula di Confort piu che un sofferto lavoro intimo e personale.

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