Recensione Film
Anno: 1962
Regia: David Lean
Genere: Avventura, Guerra
★★★★★ 😅
Nei primi del novecento un soldato inglese parte in missione per il deserto e diventa leader della rivolta araba contro i turchi. Film colossal basato sulle imprese di Thomas Edward Lawrence che riesce a mischiare benissimo l'avventura esotica alle cupe ombre della guerra, il tutto ha una fotografia pazzesca ed è visivamente ai massimi livelli, amo i colori caldi, i piani lunghissimi, lo spirito western, l'uso delle comparse con centinaia di persone a cavallo e le ambientazioni desertiche che sono piene di varietà e cambiano sempre con sabbia, dune, rocce, sassi e vaste lande desolate, un deserto che appare immenso, infinito, spaventoso ma affascinante nella sua crudeltà . La colonna sonora orchestrale è un ottima sinfonia ed diventata negli anni quasi il suono del deserto, il famoso taglio di montaggio ad impatto dell fiammifero spento è uno di quei momenti da storia del cinema, da brividi l'inquadratura dove appare per la prima volta Omar Sharif all centro dell orizzonte, bellissima la decisione di tornare indietro per salvare un disperso con un deserto dal sole minaccioso che diventa di colori puri con il cielo azzurrissimo e il deserto bianco, mi piacciono i duri sacrifici che è costretto a fare il protagonista, bello quando torna alla base e chiede con orgoglio una limonata e tutto il momento della prigionia è pieno di sottotesto da stupro senza dirlo apertamente. Certo sono tre ore e mezza con tanto di pausa d'intermezzo che rendono il film lunghissimo e decisamente pesante, non è una visione facile anche per il suo ambiguo protagonista che giostra sentimenti opposti in continuazione ma che riescono a descrivere un interessante complessità umana, Lawrence è giovane, ribelle, arrogante, saccente, masochista e sadico, sogna il pericolo, unisce dentro di se il maschile e il femminile, da grande valore alla vita umana ma ha una cieca determinazione per la sua missione che lo porta a fare qualsiasi cosa, viene affascinato dal deserto e matura un identità spaccata ed è sia un servo fedele dell inghilterra che un guerriero che vuole davvero la liberazione del mondo arabo, cede alla vanità , alla follia, al delirio, crede nelle sue stesse menzogne, insomma diventa sempre piu una contraddizione paradossale ma funziona perchè lo si vede comunque soffrire questo percorso, trema, piange i morti, cade nell apatia, prova a rialzarsi, vede l'ironia delle cose, sogna una qualche libertà al suo ruolo ma non può far altro che esserne schiavo, e l'iniziare il film con tutti che si chiedono chi era davvero lascia ancora di piu la domanda sul chi sia stato come persona offrendo molta profondità . Nell insieme è visivamente un film incredibile dalla produzione gigantesca, ti fa prima innamorare del suo deserto e poi colpisce sempre piu duro con la cruda realtà della guerra che sfrutta e corrompe.
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