Recensione Film
Anno: 2006
Regia: Justin Lin
Genere: Corse, sport
★★★ 😏
Ragazzo difficile finisce a Tokyo dove si immerge nelle corse clandestine locali. Il terzo capitolo della saga di Fast and Furious è decisamente un netto passo in avanti in termini di qualità, si capisce fin da subito che la regia è migliorata ma anche la storia è scritta meglio dei precedenti con un viaggio dell eroe chiaro dove il protagonista si immerge in un nuovo mondo difficile e per vincere le sue difficoltà deve impegnarsi sul serio imparando nuove abilità. Bella la gara iniziale nel quartiere in costruzione, amo quel assurdo sorriso insanguinato e fiero che fa alla stazione di polizia, una volta a Tokyo il senso di spaesamento da straniero è costruito bene, mi piace la pericolosissima gara nel parcheggio e come distrugge la macchina perché non sa fare le derapate, buoni Han e il rivale che funzionano nei loro ruoli cosi come il complicato rapporto del protagonista con il padre è piuttosto profondo. Ma Nonostante questi pregi resta un filmetto molto generico che si dimentica facilmente, l'attore principale è si meglio di Paul Walker ma non si avvicina minimamente ad un adolescente, sembra avere 30 anni! e nei momenti piu frenetici la regia non è all altezza come l'inseguimento per le strade o la gara finale al buio che sono scene montate male dove non si capisce niente, poi è molto retrogado il fatto che le gare sono sempre lotte per vincere la ragazza-trofeo di turno, ragazze oggetto che si mettono addirittura volontariamente al centro della contesa oggettificandosi da sole in modo ridicolo per vedere chi è il maschio piu bravo a pilotare le macchine manco fossimo nel regno animale. Comunque Per certi versi è il migliore dei Fast and Furious perché il piu puro, si concentra tutto sull sogno romantico delle corse clandestine senza cagate e stupidate varie, niente NOS, niente rapine, salti e stunts assurdi da circo verso la luna, nei suoi limiti è un film con i piedi ben piantati nella realtà ed è l'apice artistico del idea originale.
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