Recensione Film
Anno: 1956
Regia: John Ford (+)
Genere: Western, OnTheRoad, Revenge
Titolo ITA: Sentieri Selvaggi
★★★★★ 😊
John Wayne e Nipote partono per un lungo viaggio nel selvaggio West in bilico tra la ricerca di una calda speranza o di un arida vendetta. Classicone Western che parla di mondi separati difficili da unire, ponti, Porte, razze, filosofie di vita che separano il Deserto dalla Civiltà , la solitudine dalla famiglia, l'ordine umano dal Caos. La recitazione resta impostata e teatrale ma incredibili sono i campi lunghi mozzafiato della monument valley, ottimo tutto quel momento quando sono circondati dagli indiani e le linee di cavalli vanno in parallelo all orizzonte creando inquadrature perfette che aggiungono tensione e costruiscono un bello scontro in riva al fiume, tensione poi creata in modo fantastico prima dell tragico attacco degli indiani che non viene neanche mostrato, basta il nervosismo dei genitori, l'urlo disperato della sorella che capisce la situazione e la povera bimba davanti ad una tomba a creare la sensazione di morte che li colpirà a breve. Il Tutto parte come un Revenge movie ma in realtà il rapporto tra i due protagonisti rappresenta un viaggio spirituale e religioso in cerca di un futuro da questo caos selvaggio, e Il film non è per niente un polpettone serioso e trova spazio per siparietti comici che mostrano un simpatico personaggio un po' tonto, un singolare prete sheriffo o le scene che scherzano sull amore a distanza tra due giovani amanti che sfocia in un epica scazzottata per il cuore di una donna, brilla comunque la profonda Ambiguità del personaggio di John Wayne, un veterano esperto, dal passato oscuro, cinico, disilluso, arrogante, che cade sempre piu nella voglia di cieca vendetta che traccia quel solco razzista che divide in Noi e Loro, ma nonostante questo non sono d'accordo con chi lo ritiene un personaggio negativo, le sue azioni, i suoi pensieri sono totalmente giustificati e razionali, mi piace il suo perdere la fede nella missione di salvataggio e il suo odio che travalica persino la morte, cosi addirittura nel climax finale non si capisce piu fino a che punto potrebbe spingersi per avere la sua vendetta. E proprio per queste ambuguità l'inquadratura finale è perfetta, mentre gli altri trovano una chiusura dalla tragedia a lui viene negato il paradiso e la serenità della civiltà , messo in disparte resta solo, quasi imbarazzato e perduto davanti alla porta che non riesce ad attraversare, il suo posto e il suo ruolo è quello di camminare solo in questo deserto.
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