Recensione Film Animato
Anno: 1977
Studio: Disney (+)
Regia: W. Reitherman, J. Lounsbery
Genere: Educativo, Fantastico
Titolo: The Many adventures of Winnie the Pooh
★★★ 😍
Antologia di avventure ambientate in magico libro dove vive un tenero
orsetto e i suoi simpatici amici. Un Classico disney basato sul famoso
mondo di Alan Alexander Milne che riesce a racchiudere nel suo
immaginario fantastico la magia dell infanzia, un luogo candido, leggero
come l'aria, dove dominano gli istinti primordiali quali la fame, la
paura, il disagio, la confusione, il pessimismo, ma sono sentimenti puri
e senza la prospettiva dell adulto che li rende neri e sbagliati, sono
situazioni che usano l'umorismo per trattare le sensazioni umane con
calda tenerezza e innocenza aiutando e preparando i piu piccoli all età
adulta. Famosa è la teoria psicologica dietro a questi personaggi,
ognuno dovrebbe rappresentare un qualche tipo di difetto
comportamentale, Le storie mostrano cosi la fame bulimica che ha Pooh
per il miele che lo mette sempre in pericolo, c'è l'insicurezza, senso
di inferiorità e ansia del piccolo Piglet, la depressione cronica di
Eeyore, la maniaca voglia di controllo di Rabbit o l'esuberanza e
iperattività di Tigger, tutti creano un senso d'insieme che si trasmette
al piccolo Christopher Robin, in apparenza un personaggio secondario ma
che in realtà proietta in terza persona la prospettiva di un bambino
che si trova a vivere per la prima volta queste stesse emozioni. Il film
animato ha un bella atmosfera nostalgica anni 70 con contorni dei
disegni grezzi, alcune animazioni sono davvero tenere, ad esempio mi
piacciono molto le espressioni di sofferenza che fa Rabbit mentre molto
bello è come viene rappresentato il miele o il fango, poi fa ridere la
continua rottura del quarto muro che collega i due media presentando il
film come un META-libro dove i personaggi vivono effettivamente dentro
un libro, attraversano le pagine e interagiscono piu volte con il
narratore creando ancora di piu una magica connessione mentale tra la
fantasia e la realtà umana. Alla fine è un film caldo e piacevole ma
forse anche fin troppo rilassante o soporifero e la struttura antologica
rende il tutto poco scorrevole e frammentato.
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