8 novembre 2019

Death Stranding

Recensione Videogioco
Anno: 2019
Regia: Hideo Kojima
Gameplay: Openworld, Sim, Survival
Genere storia: Sci.fi, Dramma, Psicologico
★★★ 😕

In futuro post-apocalittico un corriere riceve l'eroico compito di riunire l'America viaggiando verso ovest. Hideo Kojima è lo storico autore della saga di metal Gear, una serie di videogiochi che ha rivoluzionato il mercato per come fondeva con successo il taglio del cinema hollywoodiano, l'umorismo scemo e furbi messaggi Meta-narrivi e nel bene e nel male questo gioco è piu o meno la somma artistica del suo stile creativo, c'è un gameplay atipico che consiste nel trasportare oggetti con difficoltà attraverso una bellissima tundra alpina, scene horror misteriose, infinite e lunghissime cinematiche dove la gente parla vomitando una ridicola esposizione astrusa e c'è un chiaro messaggio META dritto ai videogiocatori abituati ad un mondo di morte e resurrezione infinita che li spinge solo alla distruzione e inaridimento. Death Stranding infatti parla di Connessioni, connettere idee, persone, videogiocatori, riunire ciò che è diviso, accettare la perdita, il ruolo di genitore, riunire i padri e le madri ai loro figli, l'anima e il corpo, la vita con la morte, il sogno con la realtà a livello metafisico, e lo fa in un modo cosi grezzo ed imperfetto che suscita un misto di ammirazione e irritazione perché offre geniali metafore artistiche degne di un film arthouse fuse con le piu becere e volgari associazioni tematiche da quattro soldi, ed ecco che il protagonista si Chiama "Porter", e lavora per il "BRIDGE" (ponte), i bimbi (bb) sono strumenti importanti di unione, e heartman è associato al cuore, e la ragazza è Fragile come un pacco, la magica spiaggia limbo, e l'eterno conflitto tra maschile e femminile, e bisogna evitare l'estinzione e cosi via. Diventa un martellare di temi addosso allo spettatore insopportabile, il gioco ha un ossessione viscerale nel suo voler spiegare tutto ma non c'è raffinatezza artistica che ti riesce a parlare nel sottotesto ma è tutto Testo! volgare testo, non c'è nulla di piu odioso e fallimentare che sentire i personaggi di una storia fare lunghi monologhi che servono per spiegare le metafore della storia stessa! I Dark souls hanno mostrato come si può fondere narrativa e gameplay in modo organico mentre Kojima gioca con i misteri e la narrativa non lineare sognando di essere un grande regista ma non ha alcuna idea di cosa sia l'economia narrativa, il vero cinema è parlare con le immagini e non si dovrebbe riempire la testa dello spettatore con infinite parole inutili che continuano a ripetere la stessa cosa in modi diversi, questo gioco è pieno zeppo di lunghissime cinematiche girate anche piuttosto bene con una telecamera fluida ma i dialoghi sono scritti con il CULO, e il problema è che tutta questa seria atmosfera malinconica intorno al gioco rende difficile scherzare su questi grossi difetti come accadeva nei Metal gear, questa serietà artistica vuole essere presa sul serio e diventa cosi ridicola, Pretenziosa e si fa fatica a chiudere un occhio davanti alle tante puttanate. Ma Nonostante il pessimo Ritmo, la pessima scrittura e un gameplay di consegne ripetitivo bisogna comunque dare credito a Kojima che c'è uno strano fascino nello scartare il suo atmosferico pacchetto narrativo, mi piace quando arrivano le musiche in sottofondo mentre si cammina, le visuali sono pazzesche e quasi fotorealistiche e le emozioni offerte al giocatore sono di certo uniche, questo è decisamente qualcosa di diverso dal solito videogioco d'intrattenimento che è ancora oggi Immaturo e ha molto da dimostrare per essere profondo quanto il cinema o la letteratura, è un media che elogia troppo l'omicidio e la distruzione e troppo poco la capacità umana di creare e connettere, quindi l'essere riuscito ad unire Gameplay e Storia in un unico concetto Chiave è un qualcosa di molto importante e significativo, un peccato che l'insieme sia realizzato in maniera cosi rozza e approssimativa risultando in un gioco molto poetico in certi aspetti, ma anche troppo irritante e troppo noioso.

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