Recensione Film
Anno: 1974
Regia: Tobe Hooper
Genere: Horror, Slasher
Titolo ITA: Non Aprite Quella Porta
★★★★★ 😰
Gruppo di Ragazzi entra nella casa sbagliata. Un Horror dall'atmosfera
densa e bollente che riesce a offrire una sensazione di oppressione
estenueante, il tutto è costruito piano piano nel primo atto insinuando
sotto la pelle dello spettatore gli elementi chiave della storia,
l'introduzione è un totem di morte in un cimitero, c'è l'armadillo,
l'autostoppista che li marchia, viene detto che ci sarà
un massacro fin dal titolo ma poi ti fa friggere e inquietare dentro lo
stretto pulmino, e con il passaggio davanti al Mattatoio i ragazzi
vengono associati in modo chiaro a degli animali pronti per il Macello,
(spesso si sentono pure grugniti di maiale) e il messaggio Vegetariano e
Animalista contro la crudeltà verso gli animali diventa piuttosto
potente. Ma Il film non è uno Splatter, sorprende anzi per quanto non
sia volgare visivamente, con i suoi memorabili colori saturati
costruisce suggestioni piu che mostrarle, ti fa intuire e respirare la
brutale violenza che accade nei macelli ma non la si vede, fantastica è
la prima apparizione del mostro, è come vedere un demone uscire fuori
dalla tana, quella stanza rossa piena di ossa ti fa cacare sotto e poi
Bam! amo quello scorrere della porta metallica, è geniale e ha qualcosa
di magico (ma chi diavolo ha una porta scorrevole di metallo in casa?),
come una tagliola o ghigliottina sopprime all istante chiunque si
avvicini, e l'antagonista ha anche un momento molto bello e raro che non
ti aspetti, quando si siede a riflettere, è confuso? impaurito?
sorpreso? eccitato? cosa diavolo starà pensando?. Non potendo
permettersi colonne sonore il film lavora tutto di rumori ed effetti, i
ragni nell angolo scoppiettano, il generatore acceso che aumenta la
tensione o la motosega che è simbolo di morte e quindi le urla per
contrasto diventano l'unico simbolo di vita, e sono proprio le urla
estenuanti la cosa che rimane piu impressa del film, la motosega e le
urla, motosega e poi ancora urla, e parte un inseguimento che sembra
infinito, anche comico, la tensione si satura e si trasforma in pietà
per la povera vittima, una morte veloce da un senso di soddisfazione
allo spettatore ma la voglia di vivere della ragazza rende la visione
sadica e snervante, lo spettatore diventa esausto nel vedere questa
povera vittima cadere sempre piu dentro questa famiglia di matti. E si
arriva al finale io direi iconico, c'è qualcosa di poetico nei lensflare
del sole che vanno in contrasto con la danza macabra del mostro, il
tutto si chiude in modo netto e si ha la sensazione di aver vissuto un
autentico trauma.
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