Recensione Film
Anno: 2016
Regia: Martin Scorsese (+)
Genere: Dramma, Avventura, Politico
★★★★ 😥
Due padri gesuiti partono per il Giappone in cerca del loro maestro
increduli che abbia tradito. Film potente ma sussurrato, un viaggio di
torture, sia fisiche ma sopratutto psicologiche con praticamente Niente
musica e tanti momenti contemplativi, si mostra l’umanità condannata ad
essere schiacciata da un eterno silenzio di un dio che non c’è o non
vuole rispondere alle nostre sofferenze, un Rapporto tra uomo e divino
doloroso e straziante, dolore che è alla base del cristianesimo che
nasce e si è sviluppato nella persecuzione, nel martirio e nel valore
del sacrificio. Pesante, ma la pesantezza è giustificata dalla forza del
messaggio, il lento e ridondante ritmo è necessario per scavare e
rendere serio il discorso che si sta costurendo, si parla di religione,
di persecuzione religiosa e quindi il valore assoluto della libertà di
culto, uno dei diritti universali dell uomo, nel film vediamo la
violenza di una politica senza diritti dove si è costretti a dover
scegliere tra essere liberi e morire per quello in cui si crede (che sia
religione o credo politico) o essere schiavi e sopravvivere nella
prigionia ideologica. Oltre a questo la struttura alla cuore di tenebra
sottolinea anche una critica al colonialismo e all'arroganza dei
missionari gesuiti, esportare la fede è controverso perché è difatto
esportare conflitto, un invasione culturale che ovviamente crea
divisioni interne e rompe gli equilibri politici e culturali di un
paese, da un lato si predica pace e amore e dall'altro si è ben
consapevoli di creare differenze sociali profonde che creano odio. il
film quindi parla della differenza tra Fede e Religione, mostra come la
religione sia pericolosa, un potere politico ed ideologico, non a caso
molte delle scene di tortura richiamano in modo opposto 1984 di Orwell,
l'inquisizione non attacca la Fede ma cerca di estirpare la Religione,
perché una fede intima e personale è innoqua e non è pericolosa
politicamente quanto la religione che come un ideologia vive di simboli,
icone, gesti, di rituali che uniscono in modo pericoloso le persone e
creano una vera e netta differenza sociale. Si elogia e critica la
religione allo stesso tempo, si mostra il martirio sia come qualcosa di
romantico che di molto stupido, è una storia di sconfitta ma anche di
vittoria, si sente bene il conflitto e il senso di colpa del
protagonista, buono il personaggio di Kichijiro che incarna la
meschinità dell'uomo comune e il tumulto della fede, e gli unici dubbi
che ho notato sono sulla superflua struttura epistolare e
L'interpretazione di Garfield che non mi ha convinto, non credo di
essere l'unico a pensare che uno scambio di ruoli con Adam Driver
avrebbe alzato ancora di piu la qualità dell intero film.
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