4 febbraio 2017

Rashomon

Recensione Film
Anno: 1950
Regia: Akira Kurosawa (+)
Genere: Thriller, Mistery, Filosofico
★★★★★ 😋

Un uomo viene ritrovato morto in una foresta e parte un indagine su cosa sia accaduto. In una struttura narrativa atipica per l'epoca Vediamo un film frammentato in quattro storie, quattro diverse prospettive che aprono una discussione profonda sulla natura umana, viene dipinto un quadro nero che spaventa perché tutto è Relativo, la verità non può essere ricostruita, siamo fragili, egoisti e mentiamo sempre, senza morale e fiducia reciproca la struttura sociale è solo un'altra menzogna, l'umanità si rivela essere solo un ammasso di caos animalesco e nessuno può davvero capire il prossimo. Un film quasi muto, con pochi dialoghi e grandi scene, Le Inquadrature sono tutte magnifiche, sotto un diroccato cancello difensivo della moralità (il rashomon del titolo) siamo avvolti da un mare di pioggia che sembra quasi il diluvio universale, si entra poi in opposta calda foresta e iconiche sono le inquadrature del sole che spunta attraverso le foglie. Molto buone anche le interpretazioni degli attori, specialmente Quella del Bandito e della donna, Risate Sataniche e inquietanti che rimangono impresse nella mente cosi come i loro sguardi magnetici, volti sudati e ruvidi che scavano la tensione del momento. I duelli presenti sono volutamente senza stile e molto animaleschi, infatti i personaggi si studiano come animali e Gli interrogatori sono inquadrati frontamente per spingere lo spettatore a giudicare e riflettere in prima persona su quale sia la sua verità. Unica critica che si può alzare è l'ovvio forzato finale Ottimista e pieno di speranza ma proprio come sottolinea la storia ognuno può credere quello che vuole e anche il finale che sembra ottimista non è altro che un modo per accettare una possibile realtà.

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