3 ottobre 2025

L'Inquilino del Terzo Piano

Recensione Film
Anno: 1976
Regia: Roman Polanski
Genere:Thriller, Psicologico

★★★★ 😅

Uomo affitta casa dove una donna ha tentato il suicidio e inizia ad avere sempre piu problemi con i vicini. Thriller psicologico che diventa molto assurdo e kafkiano nel descrivere i conflitti e le paranoie con i gli altri, ed è interessante come si dipinge allegoricamente una battaglia di libertà dell individuo nella società con il protagonista che si sente molto a disagio e in colpa nel disturbare e far rumore nonostante gli amici lo spronano a fregarsene, e il senso di colpa diventa anche qualcosa di religioso e dogmatico che censura i pensieri come ovviamente in chiesa ma anche quando al cinema amoreggia con la Adjani e sente vergogna e disagio perché osservato. Mi piace come si percepisce nell appartamento il peso del fantasma della tentata suicida nonostante sia ancora viva mostrando il buco nella vetrata e il vestito nell armadio, quello spaventoso urlo di dolore all'incontro in ospedale mette confusione e viene il mistero sul perché lei ha fatto quel gesto, vengono i brividi ogni volta che qualcuno bussa alla porta, stranissimi sono i geroglifici egiziani e il buco dietro l'armadio che suggeriscono un qualche tipo di magia in atto ed è molto inquietante ed onirico lo sguardo alla finestra verso il bagno comune con questi inquilini che appaiono immobili, fissi, bloccati nell osservare offrendo un disagio costante verso un protagonista che si sente violato nell intimità e vuole essere lasciato stare. Ansia sociale e senso di paranoia che può anche essere letto come l'oppressione che da giovane Polanski ha vissuto per le sue origini e ci sono momenti simili in alcune scene nel Pianista quando si rifugiava nell appartamento, poi citando la nave di Teseo viene descritta la sua paura di perdere l'identità quando si chiede chi sarebbe senza la testa fino a quando in un allucinazione si vede preso in giro come un giullare e letteralmente decapitato dai vicini, simbolica è la petizione di firme contro chi fa rumore che è un atto di democrazia violenta che protegge la maggioranza e costringe a mettersi l'uno contro l'altro e fa ridere quando prende la cacca e la sposta davanti alla sua porta perché nonostante le critiche vorrebbe essere uguale agli altri, appartenere al gruppo e non subire le conseguenze di un atto ribelle. Polanski non solo dirige ma interpreta il film come protagonista e questo è da ammirare ma il ruolo è molto complicato e la sua recitazione non convince del tutto, Isabelle Adjani è bellissima ma è un po' sprecata e fa troppo poco, nella parte centrale il ritmo cala e poi tutto esplode in pura follia nella parte finale dove succedono cose che lasciano molto confusi e stupiti tanto che viene da dire "ma cosa diavolo sta succedendo??", dopo questa continua oppressione sociale il protagonista sbrocca tentando di ribellarsi e cade nel puro delirio e nella follia paranoica tanto da trasformarsi in una farsa grottesca, il film si prende gioco del destino ciclico e inevitabile del personaggio che impazzisce fino a non essere piu lui, cambia totalmente ruolo della storia e diventa prigioniero in qualcun'altro, vivendo in prima persona l'orrore di perdere la propria identità.

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