Recensione Film
Anno: 2023
Regia: Ari Aster
Genere: Surreale, Psicologico
★★★ 😳
Uomo pieno di problemi parte per un viaggio dentro la sua mente e le sue paure. Ari Aster si ispira alla poetica di Charlie Kaufman e offre un pesante film onirico e surreale che ha tante cose interessanti da ammirare, mi piacciono le folli comparse sulla strada del primo atto, il montaggio ansiogeno che costruisce una atmosfera disturbante, il tipo sulla vasca da bagno, i personaggi fissi che guardano minacciosi da lontano, è magnifica tutta quella parte teatrale di una possibile vita futura e ci vuole certamente coraggio nell offrire cosi tante follie assurde. Ma nonostante gli sforzi registici tristemente il tutto non funziona come dovrebbe, le tre ore sono infinite ed estenuanti e tutto è troppo preoccupato a confondere lo spettatore con tantissimi elementi surreali, e per ogni momento bello ce ne è almeno uno che mi ha fatto davvero schifo, il correre nudo urlando, il tipo con il mitra, tutta quell imbarazzante scena di sesso con la paura della morte e poi arriva l'insulto finale con il Coso gigante fatto in 3D, in quel momento di merda il film tocca il fondo piu basso e volevo che finisse il prima possibile. Il vero problema è che prova a giocare in modo scherzoso con toni comici e toni seri ma solo il dramma funziona mentre il film non fa mai davvero ridere, ogni elemento comico arriva solo imbarazzante con un ironia pretestuosa che svilisce quanto detto, c'è discorso molto serio e spunta un quadro stupidissimo, c'è toccante storia d'amore e la moglie la fa un uomo cosi a caso per strappare risata, o la ragazza si mangia la vernice perche è pazza, o ecco sparatorie ed esplosioni! mamma che ridere! E mi spiace perché l'idea di esteriorizzare il proprio caos interiore in un viaggio mentale folle e assurdo in stile Alice nell paese delle Meraviglie è sempre un idea piena di potenziale ma qua il film sembra piu interessato all esercizio di forma che alla sostanza, gioca con l'assurdo fino all esagerazione piu stucchevole e alla fine quello che resta non sono i drammi mentali, i traumi freudiani di madri odiose o l'angoscia di vivere ma solo una gigantesca matassa di stravagante confusione, è un film che prende costantemente per il culo lo spettatore e allo stesso tempo cerca di fare un serio discorso di introspezione psicologica. Nel complesso ci sono tante cose da ammirare ma è un film pesante, confuso, pasticciato e apprezzo piu il coraggio di sfidare il pubblico con cosi tante stupidate piu che quello che prova a dire con la sua narrativa.
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