Recensione Videogioco
Anno: 1999
Studio: Squaresoft
Genere: Survival Horror
★★★ 😌
Tre anni dopo gli eventi del primo gioco Aya Brea è divenuta una cacciatrice di mostri e Indaga su misteriosi avvistamenti in un deserto. Questo seguito abbandona le meccaniche da J-RPG a turni per diventare a tutti gli effetti un survival Horror con pesanti ispirazioni dalla saga di Resident Evil, ecco cosi sparatorie in tempo reale, ritmi piu lenti, ambientazioni claustrofobiche, pochi punti vita, controlli a carro armato, oggetti chiave da trovare ed enigmi da risolvere, un cambio totale che per certi versi migliora il Gameplay dall semplice combattimento a turni rendendolo piu interessante ed impegnativo ma dall altro per me fu una grossa delusione perché il primo Parasite Eve era fresco, veloce, aveva charme, una formula unica e molto originale per come era un Gioco di ruolo ambientato in epoca moderna con ritmi da blockusterone e accessibilità di approccio, e adesso questo sequel è macchinoso, si muove lento come un pachiderma e si tramuta in poco piu di un clone di Residen Evil con scopiazzature varie fatte pure peggio, dove l'andirivieni da una stanza all altra è tedioso, gli enigmi snervanti, la gestione dell inventario irritante e le ambientazioni anche piuttosto noiose, specie non vedi l'ora di andartene dallo stramaledetto Motel. Ma comunque preso per quello che è il tutto non è male, il prologo nell grattacielo intriga, la scena della doccia è bollente, i nemici che diventano invisibili offrono una certa dose di sfida, è appagante la varietà di armi e magie sbloccabili, sono molto inquietanti le bestie con la faccia da uomo, i bimbi che esplodono o i mostri che ridono e poi i grassi boss giganti sono abbastanza epici, specie mi piace uno da affrontare in un tritarifiuti. Alla fine è un decente sequel che cambia Gameplay ma afferma ancora una volta che Aya era un ottima protagonista femminile e che questo franchise poteva offrire davvero tanto invece di essere abbandonato cosi in fretta.
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