Recensione Film
Anno: 2019
Regia: Veronika Franz, Severin Fiala
Genere: Thriller, Horror
★★★ 😪
Due fratellini devono passare il natale in una sperduta baita di
montagna insieme alla nuova compagna del padre. Horror thriller dalle
atmosfere cupe e gelide e dal ritmo lento, molto lento, scorre
lentissimo fino all irritazione ma nel complesso mi è piaciuta l'idea di
giustizia poetica che si vuole sviluppare dove non c'è un vero
antagonista, poi il film cambia in piu occasioni la prospettiva e il
protagonista alla storia, questa è una cosa molto rischiosa, ecco cosi
che prima i ragazzini sofferenti sono i protagonisti che odiano questa
donna "usurpatrice" e poi si salta proprio dentro il corpo della donna
che lo spettatore ha imparato ad odiare per via terza e si iniziano ad
odiare proprio i ragazzini, in questo modo arrivano allo spettatore
sentimenti contrastanti che ad un certo punto staccano la connessione
emotiva con entrambi lasciandoci soli, sperduti nella neve. Un distacco
Emotivo rischioso ma che spiega l'amara tragedia sull incomprensione che
stà accadendo, la storia gioca anche sulle aspettative dello spettatore
presentandoti prima una cosa ovvia e palese e poi cerca di costruire il
dubbio sulla natura di questo orrore, ma il dubbio non è mai abbastanza
forte e le ambiguità presentate mai veramente inquietanti, e quando
arrivano le Rivelazioni sono solo la conferma dei sentimenti offerti all
inizio lasciando un po' l'amaro in bocca, a volte per rafforzare e dare
spessore ad una storia è meglio non spiegare tutto e lasciare molta piu
ambiguità sulla dinamica degli eventi. La regia e la fotografia non
sono male ma calcano un po' troppo la mano con forzati primi piani ed
inquadrature grandangolari ad effetto, odio poi tutte le infinite
inquadrature tematiche sul quadro della Madonna o quelle sulle bambole
sono stucchevoli, troppe inquadrature buttate tanto per allungare il
brodo con la scusa di fare "atmosfera cupa", ma bella comunque quella
evocativa dei palloncini neri al funerale, straziante è la scena della
bambina che urla a letto "lei non può andare in paradiso! non capisci!" e
nel complesso tutta la ricaduta psicologica della donna che voleva
lasciarsi la religione alle spalle mi è piaciuta ed offre bei momenti
evocativi sempre piu cupi e freddi. Alla fine c'è qualche difetto di
ritmo e di approccio narrativo ma il Tragico finale mi parla di un odio
autodistruttivo sia verso gli altri che verso se stessi, c'è un discorso
sulla gelosia, la vendetta e la triste incapacità di vincere i dolorosi
traumi.
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