27 ottobre 2020

The Lodge

Recensione Film
Anno: 2019
Regia: Veronika Franz, Severin Fiala
Genere: Thriller, Horror

★★★ 😪

Due fratellini devono passare il natale in una sperduta baita di montagna insieme alla nuova compagna del padre. Horror thriller dalle atmosfere cupe e gelide e dal ritmo lento, molto lento, scorre lentissimo fino all irritazione ma nel complesso mi è piaciuta l'idea di giustizia poetica che si vuole sviluppare dove non c'è un vero antagonista, poi il film cambia in piu occasioni la prospettiva e il protagonista alla storia, questa è una cosa molto rischiosa, ecco cosi che prima i ragazzini sofferenti sono i protagonisti che odiano questa donna "usurpatrice" e poi si salta proprio dentro il corpo della donna che lo spettatore ha imparato ad odiare per via terza e si iniziano ad odiare proprio i ragazzini, in questo modo arrivano allo spettatore sentimenti contrastanti che ad un certo punto staccano la connessione emotiva con entrambi lasciandoci soli, sperduti nella neve. Un distacco Emotivo rischioso ma che spiega l'amara tragedia sull incomprensione che stà accadendo, la storia gioca anche sulle aspettative dello spettatore presentandoti prima una cosa ovvia e palese e poi cerca di costruire il dubbio sulla natura di questo orrore, ma il dubbio non è mai abbastanza forte e le ambiguità presentate mai veramente inquietanti, e quando arrivano le Rivelazioni sono solo la conferma dei sentimenti offerti all inizio lasciando un po' l'amaro in bocca, a volte per rafforzare e dare spessore ad una storia è meglio non spiegare tutto e lasciare molta piu ambiguità sulla dinamica degli eventi. La regia e la fotografia non sono male ma calcano un po' troppo la mano con forzati primi piani ed inquadrature grandangolari ad effetto, odio poi tutte le infinite inquadrature tematiche sul quadro della Madonna o quelle sulle bambole sono stucchevoli, troppe inquadrature buttate tanto per allungare il brodo con la scusa di fare "atmosfera cupa", ma bella comunque quella evocativa dei palloncini neri al funerale, straziante è la scena della bambina che urla a letto "lei non può andare in paradiso! non capisci!" e nel complesso tutta la ricaduta psicologica della donna che voleva lasciarsi la religione alle spalle mi è piaciuta ed offre bei momenti evocativi sempre piu cupi e freddi. Alla fine c'è qualche difetto di ritmo e di approccio narrativo ma il Tragico finale mi parla di un odio autodistruttivo sia verso gli altri che verso se stessi, c'è un discorso sulla gelosia, la vendetta e la triste incapacità di vincere i dolorosi traumi.

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