Recensione Film
Anno: 2018
Regia: Jennifer Fox
Genere: Dramma
★★★ 😟
Spronata dalla madre una documentarista inizia a ripensare alla sua
infanzia. Un Dramma su come le relazioni abusive manipolano le loro
vittime alterando la loro percezione della realtà, attraverso una specie
di documentario virtuale nel passato si scava nella prospettiva di
un'innocente e si svela un ovvio e palese abuso costantemente mascherato
dalla protagonista che con un meccanismo difensivo ha sotterrato e
rifiutato il ruolo di vittima. Il ricordo all inizio parte idillaco in
un atmosfera da favola, ma il primo vero incidente iniziale è un bel
momento dove lei guardandosi in foto si rende conto che a quell epoca
era molto piu piccola di quanto si immaginasse, da li parte un indagine
per comprendere il passato con occhi da adulta e rileggere le tante
menzoge che si è raccontata per una vita intera. Un altro bel momento è
quando si spiega il ricatto emotivo di un orgasmo nell abuso, una
sensazione di piacere che diventa conflittuale e porta un infinito senso
di colpa e nevrosi che distrugge l'equilibrio tra mente e corpo,
Insomma buona la storia e come viene narrata ma devo dire che dal punto
di vista tecnico non è niente di eccezionale, forse il tutto è anche un
po' forzato nel suo sviluppo, infatti questo processo di
auto-psicanalisi oltre il velo della rimozione è un qualcosa che
normalmente avviene in modo piu graduale nell arco di una vita intera
mentre qua sembra accadere in una manciata di giorni. Comunque il dramma
riesce a funzionare, come in un thriller il passato è avvolto da un
mistero che intriga e qua ogni rivelazione colpisce duro perché il film
non gioca al Vittimismo ma vuole risposte, sono domande per spiegare e
capire sincermente cosa significa essere stati manipolati e indotti all
abuso, il tutto è un lungo percorso di accettazione per capire una vita
di silenzi e che una vittima è tale anche se non se ne è ancora resa
conto.
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