16 maggio 2018

Stray Dogs

Recensione Film
Anno: 2013
Regia: Tsai Ming-Liang
Genere: Arthouse, Dramma, Psicologico, Sociale
★★ 😒

Uomo senza-tetto vaga per la città con i due figli piccoli. Un arthouse drammatico che ha una specie di approccio da documentario realista per poi sfociare nel psicologico, ho apprezzato i suoni e rumori ambientali urbani, la pioggia, il design delle mura piangenti e come i dialoghi sono ridotti al minimo possibile, ma l'elemento piu evidente dell intero film è come Dilunga a Dismisura le scene fino a diventare molto irritante, si sfida la pazienza dello spettatore superando ogni limite sopportabile, mai visto un film cosi lento, pianosequenze statiche che dovrebbero funzionare come finestra del dolore del protagonista e della sua vita di Emarginato ma i tempi vengono dilatati piu del necessario, viene da chiedersi spesso "ma sul serio? ma non potevi tagliarla qua? ma mi prendi in giro??" La dilazione temporale è un arma Potentissima, specialmente nel cinema iper frenetico di oggi, ed è innegabile che questa tecnica rafforza il significato delle scene, non nego che certi momenti colpiscono proprio perché allungati, dal canto doloroso in primo piano, il mangiare nervosamente, il ritrovare la serenità in una casa pulita fino al iconico finale davanti al muro, ma ODIO gli Estremismi e penso che un limite ci deve sempre essere, qua l'esagerazione artistica diventa un vero e proprio insulto continuo verso lo spettatore, allungando le scene non si è piu dentro la storia o dentro le emozioni dei personaggi, questa attesa artificiale distacca e rifiuta un contatto in prima persona con la povertà dell uomo, fa perdere ogni allaccio emotivo con la narrazione e si diventa ben consapevoli di stare vedendo una scena allungata da un regista arrogante che ha esaurito ogni informazione che voleva dire e punta sull vuoto Artistico. Il finale ad esempio è totalmente assurdo, due inquadrature fisse nell arco di 20 minuti, ho fatto in tempo ad andare in cucina a mangiarmi un panino e vi giuro quelli stavano ancora li a guardare il muro, poi certo grazie al cazzo che l'inquadratura diventa iconica in questo modo! ma è un icona di demerito! efficace e memorabile ma per i motivi sbagliati, e ammetto che mi ha ipnotizzato, anche io mi sono messo a guardare il muro in cerca di capirci qualcosa, cosa è successo a questa famiglia? qual è l'origine del dolore dell uomo? chi è quella donna? sono tutti morti? boh, alla fine non ci ho capito niente e non mi interessa. Non nego che della qualità ci sia, e se si ha un enorme pazienza (e due palle d'acciaio) il film può essere anche una grande esperienza, molto vuota, ma molto potente.

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