Recensione Film
Anno: 2013
Regia: Tsai Ming-Liang
Genere: Arthouse, Dramma, Psicologico, Sociale
★★ 😒
Uomo senza-tetto vaga per la città con i due figli piccoli. Un arthouse
drammatico che ha una specie di approccio da documentario realista per
poi sfociare nel psicologico, ho apprezzato i suoni e rumori ambientali
urbani, la pioggia, il design delle mura piangenti e come i dialoghi
sono ridotti al minimo possibile, ma l'elemento piu evidente dell intero
film è come Dilunga a Dismisura le scene fino a diventare molto
irritante, si sfida la pazienza dello spettatore superando ogni limite
sopportabile, mai visto un film cosi lento, pianosequenze statiche che
dovrebbero funzionare come finestra del dolore del protagonista e della
sua vita di Emarginato ma i tempi vengono dilatati piu del necessario,
viene da chiedersi spesso "ma sul serio? ma non potevi tagliarla qua? ma
mi prendi in giro??" La dilazione temporale è un arma Potentissima,
specialmente nel cinema iper frenetico di oggi, ed è innegabile che
questa tecnica rafforza il significato delle scene, non nego che certi
momenti colpiscono proprio perché allungati, dal canto doloroso in primo
piano, il mangiare nervosamente, il ritrovare la serenità in una casa
pulita fino al iconico finale davanti al muro, ma ODIO gli Estremismi e
penso che un limite ci deve sempre essere, qua l'esagerazione artistica
diventa un vero e proprio insulto continuo verso lo spettatore,
allungando le scene non si è piu dentro la storia o dentro le emozioni
dei personaggi, questa attesa artificiale distacca e rifiuta un contatto
in prima persona con la povertà dell uomo, fa perdere ogni allaccio
emotivo con la narrazione e si diventa ben consapevoli di stare vedendo
una scena allungata da un regista arrogante che ha esaurito ogni
informazione che voleva dire e punta sull vuoto Artistico. Il finale ad
esempio è totalmente assurdo, due inquadrature fisse nell arco di 20
minuti, ho fatto in tempo ad andare in cucina a mangiarmi un panino e vi
giuro quelli stavano ancora li a guardare il muro, poi certo grazie al
cazzo che l'inquadratura diventa iconica in questo modo! ma è un icona
di demerito! efficace e memorabile ma per i motivi sbagliati, e ammetto
che mi ha ipnotizzato, anche io mi sono messo a guardare il muro in
cerca di capirci qualcosa, cosa è successo a questa famiglia? qual è
l'origine del dolore dell uomo? chi è quella donna? sono tutti morti?
boh, alla fine non ci ho capito niente e non mi interessa. Non nego che della qualità ci
sia, e se si ha un enorme pazienza (e due palle d'acciaio) il film può
essere anche una grande esperienza, molto vuota, ma molto potente.
Nessun commento:
Posta un commento