Recensione Film
Anno: 2013
Regia: Lee Su-Jin
Genere: Dramma
★★★★ 😢
Dramma molto potente ma dai toni delicati, stile serio, asciutto e senza
neanche un briciolo di melodramma. Con un ritmo lento e profondamente
tragico si entra nella tormentata vita di Han gong-ju, l'attrice
protagonista è bravissima a dare peso alle scene senza mai esagerare,
attraverso i suoi occhioni luccicanti si percepisce la voglia di andare
avanti ma c'è anche tanto dolore, rabbia, senso di colpa e la vergogna
per tutto quello che è successo. Quando si parla di abusi e violenze c'è
sempre il rischio di cadere nell banale e scontato mostrando un evento
orribile per poi sotterrarlo piano piano nella trama e dare una
sensazione di sollievo al pubblico, ma il film rifiuta questo facile
approccio e la struttura fonde le line narrative e le palsma in un unica
storia frammentata con salti temporali che possono anche confondere,
capita infatti che non si capisca bene cosa sia presente e cosa sia
passato ma è una sensazione di smarrimento assolutamente voluta ed
efficace, il dolore non scompare, non svanisce, non è alle spalle ma
sempre di fronte, vivo, costante, con la mente si va avanti e indietro
nei ricordi cercando in qualche modo di fuggire in eterno da ciò che è
accaduto e accadrà ancora. Ma la povera protagonista non molla, canta,
nuota e vaga da sola con il suo pesante bagaglio in cerca di una
serenità difficile da raggiungere, anche se il ritmo è molto lento il
dramma è cosi potente che colpisce allo stomaco piu volte con scene
vere, autentiche, umane e sincere, e quell l'assalto a scuola mi ha
suscitato una rabbia atroce e infinita, è una seconda violenza,
continua, perpetrata da una società egoista che colpevolizza le vittime
invece che i carnefici, e poi c'è il finale che mi ha profondamente
commosso nella sua amara e acida ambiguità. Nuota ragazza, siamo tutti
con te. Ottimo
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