Recensione Film
Anno: 1967
Regia: Stuart Rosenberg
Genere: Prison Movie, Dramma
Titolo Italiano: Nick Mano Fredda
★★★★ 😏
Paul Newman è Luke, un Ladruncolo testardo e ribelle che finisce in un
centro detentivo per un piccolo crimine. Ambientato in un estate
caldissima e pieno di atmosfere del sud il film è un classico Prison
Movie che elogia lo spirito di Libertà umano con un Conflitto con le
Autorità che mostra l'infinita battaglia dell uomo contro Dio. E quando
dico uomo intendo i maschi, infatti il film ha un atmosfera molto
Machista e cameratesca, vediamo tanti uomini nudi e sudati che lavorano e
faticano sotto il sole, quando sono nella baracca sembra quasi di
sentire il loro pesante e unto odore. Si nota fin dall
inizio la bella e pulita fotografia che squadra e separa i soggetti
messi sempre dietro o difronte qualche tipo di Grata o barriera, tante
inquadrature di gruppo tra chi è dominato e chi domina come ad esempio
quelle degli iconici occhiali da sole Riflettenti della guardia, quasi
il simbolo stesso dell autorità impenetrabile che costringe a riflettere
su te stesso e i tuoi errori ma incapace di comunicare, capire e voler
capire gli altri. Buono quindi il messaggio di ribellione del 68, buono
il gruppo e l'atmosfera del sud con lavori forzati, musica country e
benjo, tragica è la scena della madre, divertente la scena erotica
quando una signora li provoca lavando una macchina e impossibile non
amare la prova delle uova dove Luke si spinge oltre i limiti dell essere
umano. Mentre alcune cose non mi hanno convinto, il film è molto
episodico, con cambi di scena che hanno tagli improvvisi e fluiscono
male, Newman ha dei fantastici occhi di ghiaccio ma funziona solo quando
fa l'arrogante, verso la fine il personaggio abbraccia un momento di
crisi e l'attore sembra trasformarlo in una macchietta, e arriva un
momento nella chiesa dove si mette addirittura a parlare direttamente
con Dio rovinando e forzando di molto l'intero messaggio, cosi come non
mi sono piaciuti i vari simbolismi religiosi che cercano di trasformare
il protagonista in una figura messianica da idolatrare.
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