Recensione Documentario
Anno: 2017
Regia: Chris Smith
Genere: Documentario, Bio-Pic
★★★ 😏
Un Jim Carrey barbuto ci narra la sua storia e sopratutto il folle
backstage pirata di Man on the Moon dove utilizzando il metodo
Stanislavskij è entrato fin troppo nel personaggio di Andy Kaufman
diventando un odioso stronzo per tutti quelli che hanno lavorato a quel
film. Dopo ormai 20 anni dall uscita del Biopic vediamo del materiale
bandito dalla Universal per salvare "l'immagine di Jim Carrey" ma
proprio per questo è cosi interessante che meriterebbe di stare in ogni
edizione del film originale, infatti è a tutti gli effetti un meta-film
ombra dell opera di Forman che offre un retroscena importante che eleva
l'omaggio a Kaufman ad un qualcosa di piu di un semplice e formale
biopic, qua scopriamo che quel film è stato un vero e proprio Rituale
Satanico fatto con amore e dedizione che è riuscito a evocare
fisicamente lo Spirito e la figura del controverso comico. Il vecchio
Carrey ha segnato gli anni 90 come pochi hanno fatto e qua offre
continue perle di saggezza rivelando quanto intimi e personali sono stati i
suoi successi, il suo esagerare, le sue maschere, la sua follia
schizofrenica non erano altro che un modo per nascondere le sue
insicurezze e soddisfare il suo vanitoso egocentrismo, quindi
intrecciando le similitudini e le differenze dei due comici americani
questo film riesce bene ad elogiarli entrambi in modo profondo e
soddisfacente entrando nei loro lavori e nella loro psicologia. Il
documentario diverte con situazioni molto imbarazzanti e la sua
struttura Meta fa riflettere sulla natura anarchica dell identità e
della Perfomance artistica che non conosce limiti, ma sopratutto riesce a
far rivalutare e donare nuova luce all'imperfetto Man of the moon.
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