19 aprile 2017

JUMANJI

Recensione Film
Anno: 1995
Regia: Joe Johnston
Genere: Avventura, Commedia, Fantastico
★★★★ 😀

IN CHE ANNO SIAMO??? Un Gioco da tavolo Maledetto, una partita lunga 26 anni, una divertente avventura per ragazzi che tocca classici buoni sentimenti e riesce a sorpresa ad affascinare ancora oggi. Chiaramente il film ha un grande difetto, la computer grafica è visibilmente datata, non mancano certo degli ottimi effetti pratici (come il set della casa o il leone in animatronic) ma l'uso massiccio della CG è piuttosto evidente, specialmente le scimmie distraggono, a parte questo il resto è da ammirare, dalla costruzione dei personaggi, le loro manipolazioni e battaglie contro la Paura di andare avanti che è un forte tema centrale, c'è poi il ritmo e l'atmosfera super divertente cosi come Robin Williams che spruzza energia da tutti i pori, funziona anche il dramma iniziale, all inizio infatti si sente il difficile rapporto del protagonista con il padre, funziona la triste scoperta di cosa gli è accaduto e amo che riflettendo tutto questo a poco a poco l'intera città si sfalda e deteriora sullo sfondo, dal colorato passato alla depressione economica del presente, tanti negozi chiusi e barboni per le strade fino ad arrivare ad epidemie e razzie. Ed è un film veramente magico e che non annoia mai, ad ogni tiro di dado non si vede l'ora si scoprire cosa uscirà fuori dal gioco, bellissimo poi come gli eventi non sono episodi singoli ma sono tutti intersecati nella trama in uno accumolo di problemi che ritornano e si amplificano fino al climax finale. Ma sopratutto funziona perché pieno di gag e battute, si ride alla scimmmia nel frigorifero, alla vista del piccolo rinoceronte ultimo della fila, la macchina della polizia completamente distrutta o il fantastico cacciatore che chiaramente riflette il difficile rapporto del protagonista con il padre (infatti è lo stesso attore). L'idea di Un gioco Magico cosi pericoloso è geniale, perché mostra l'avventura venire dai protagonisti e non il contriario oltre al fatto che unisce lo spirito d'avventura a quello del Gioco D'azzardo e parla della paura di crescere e superare i traumi del passato. Io lo adoro, forse è la nostalgia che parla, infatti è tristemente Figlio di un mondo ormai morto, dove le famiglie e gli amici si riunivano per giocare ai giochi da tavolo, ormai questi giochi non esistono neanche piu cosi come film del genere,  certo è che quell inquietante ritmo di tamburi resta nel cuore.

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