18 gennaio 2025

The Brutalist

Recensione Film
Anno: 2024
Regia: Brady Corbet
Genere: Dramma

★★★ 😑

Architetto ungherese va negli Stati uniti per ricominciare dopo aver vissuto l'orrore della seconda guerra mondiale. Grosso drammone che cerca di descrivere in modo disilluso il sogno americano e tecnicamente non è affatto male pieno di inquadrature studiate con tanti dettagli, funziona l'ottima musica, belle alcune idee visive come i titoli di testa, la statua della libertà al contrario, le scintille, il fascino per la strana sedia, la foto del matrimonio nella pausa d'intermezzo, poi Adrien Brody guida benissimo la storia con le sue espressioni e il suo corpo traumatizzato dalla guerra, il rapporto con la moglie è toccante e i momenti piu grandi del film sono nella loro intimità dove si mischia il dolore all'amore. Ma per quanto sia un opera densa e molto ambiziosa il tutto non è mai riuscito a convincermi e il film non ripaga mai la sua estrema lentezza risultando in un grosso e insipido polpettone, le scene sono allungate a dismisura ai limiti della sopportazione, ho odiato la lettura delle varie lettere e la pretenziosa divisione in parti, la regia è si ricercata ma manca il talento per elevare il materiale presentato e dopo un fumoso viaggio in Italia tra le cave di marmo a Carrara arriva quello che vuole davvero dire sull America che è la solita banalità anti-capitalista che è cattiva e sfrutta i poveri artisti di talento ma secondo me utilizza l'orribile corrente di architettura Brutalista in modo sbagliato visto che con la sua geometria e i suoi cementi spogli minimalisti è diventata simbolo dell architettura Sovietica senz'anima "vicina al popolo" mentre qua è trattata invece come se fosse una grande arte di valore che non è stata mai apprezzata, il finale sopratutto è davvero patetico dove cerca il pietismo e si elogia a parole il povero artista moderno messo in contrasto con l'architettura classica di Venezia (cento volte piu bella). Insomma è un grosso e grasso pachiderma, tutto fumo e poco arrosto, il classico romanzo da 900 pagine che non dice davvero niente.

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