Recensione Film
Anno: 2024
Regia: James Mangold
Genere: Bio-Pic
★★★ 😫
Negli anni 60 un giovanissimo cantante Folk diventa sempre piu popolare. Biopic che narra l'ascesa al successo di Bob Dylan interpretato da Timothée Chalamet che addirittura canta le sue canzoni piuttosto discretamente, mi è piaciuto molto Edward Norton che fa il modesto e pacato Peeter Seger che incarna quasi l'idea stessa di Folk, funziona il simbolico rapporto con il malato Guthrie sempre piu prigioniero nella sua patologia, la regia di Mangold è piuttosto solida e pulita con tanti bei giochi di luce, il triangolo amoroso offre conflitti e duetti romantici carini, e la seconda parte si fa piu interessante con i problemi della popolarità, l'arrivo della ribellione e la voglia di essere un musicista libero e andare oltre il folk anche a costo di andare contro il pubblico. Ma per quanto sia il classico bio-pic competente pieno di grandi canzoni storiche tutto mi è sembrato anche piuttosto noioso e banale, il film non fa che ripetere il solito schema ripetitivo di canzoni del periodo e dramma personale, qualche evento storico e poi di nuovo canzoni e dramma in vari concerti, almeno ogni 5 minuti ne arriva una a creare rumore di fondo, e molte volte non riesci nemmeno a godertele perché vengono interrotte di colpo come se l'intenzione era solo quella di citarne il piu possibile senza omaggiarle veramente. E per carità Chalamet ci prova e canta pure ma la sua è piu una forzata imitazione che un interpretazione, come attore non eleva mai veramente il film che vive all ombra dei successi di Dylan e anzi non aiutano le sue faccette forzate, il suo accento ridicolo e le sue versioni delle canzoni che sono obbiettivamente peggiori delle originali. Poi il triangolo amoroso mi è sembrato nel complesso noioso per come si avvicina troppo al melodramma da soap opera e c'è il fatto che piu che parlare dell uomo il film fa il solito errore dei bio-pic di venerare la popolarità della Figura Pop e cosi Bob Dylan viene presentato con una plastica falsità e un aspetto glamour da copertina di moda, si concentra solo sul periodo d'oro degli anni 60 e non si parla di tutti gli altri anni di folle carriera, non c'è alcuna voglia di approfondire, di spiegare le sua psiche, i suoi errori, persino l'attivismo viene messo in secondo piano e c'è solo tanta retorica sulla musica.
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