5 marzo 2024

Gran Torino

Recensione Film
Anno: 2008
Regia: Clint Eastwood
Genere: Dramma

★★★★ 😊

Un vecchio scontroso aiuta ragazzo asiatico vicino di casa. Semplice dramma che è quasi un film testamento dove Clint Eastwood dirige e interpreta un uomo solo perso nella rabbia e che vede un mondo moderno sempre piu lontano da quello che conosceva, la regia è molto basica e non c'è nessun virtuosismo stilistico ma la storia è cosi perfetta nella sua esecuzione che non sbaglia una singolo colpo, bello il funerale iniziale con i nipoti che se ne fregano, mi piace il difficile rapporto con il figlio, funziona la rabbia e il racore verso il giovane prete troppo immaturo per calmare il suo dolore esistenziale, fanno ridere le interazioni con il barbiere, straziante un momento di violenza dove lui prima furioso spacca tutto e poi si mette a piangere nel buio, ogni scena è importante e necessaria per costruire questo legame con i vicini che simboleggia un passaggio di testimone verso gli immigrati. E amo come il film non ha paura di mostrare sentimenti razzisti dell protagonista e gli fa dire tante cattiverie senza preoccuparsi delle ipocrite sensibilità del politicamente corretto perchè cosi diventa piu grezzo, autentico e reale e si da piu spessore alla suo arco di cambiamento, nel profondo tutti sono razzisti e il pregiudizio nasce proprio dal separare gli altri e non voler conoscere, cosi ha senso vederlo digustato dall arrivo di nuovi vicini che parlano un altra lingua, funziona la sensazione di isolamento quando va in clinica ed è circondato da diverse etnie ed è importante la sua rabbia verso gangster e criminali. Il film gioca anche con le aspettative di violenza con una soluzione finale piuttosto matura, il Vecchio Clint come attore funziona molto bene con le sue espressioni a denti stretti e se la cava anche il timido ragazzo asiatico tutto spettinato o la sua tosta sorella, e apprezzo come la storia non ha alcuna retorica o ideologia sull razzismo e l'immigrazione, l'automobile è il tesoro piu grande del protagonista ed è il simbolo stesso dell'accoglienza, un qualcosa che non va rubato, preteso o strappato con la forza ma va Meritato, ecco cosi che l'eredità non spetta per diritti di sangue o appartenenza ma va solo a chi se lo merita per davvero con il duro lavoro e l'impegno, un messaggio chiaro che da fastidio a sinistra e a destra che strumentalizzano da sempre il problema. Nell insieme è un semplice film eseguito bene, non esagera e non colpisce sul lato tecnico ma il dramma è autentico e con schiettezza riesce ad essere profondo, sincero e dannatamente umano.

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