Recensione Film
Anno: 2013
Regia: Fratelli Coen (+)
Genere: Dramma
Titolo ENG: Inside Llewyn Davis
★★★★ 😮
Negli anni 60 un cantante di Folk vive momento difficile della sua vita. Crudo dramma musicale dei Coen che mostra amaramente come nella realtà non basta vivere momento difficile ed essere un perdente per meritarsi il successo, Il protagonista è agitato, perso in se stesso, arrogante, asociale, egoista, invidioso, pieno di risentimento con i colleghi e contro chiunque gli offra aiuto, come ogni artista in crisi ha un rapporto conflittuale con la sua passione che ama e odia con la stessa intensità e tratta malissimo anche chi non se lo merita. È un film amaro, disilluso e totalmente anti-romantico, il viaggio on the road della speranza diventa sempre piu un gelido e cupo viaggio psicologico dentro una confusa mente fatta di dubbi esistenziali e paure, con il simpatico e iconico gatto tra le braccia che incarna metaforicamente l'ispirazione, tutti i problemi e bagagli mentali che lo bloccano. Oscar Isaac è ottimo a mostrare la stanchezza e la frustrazione del personaggio in un interpretazione che lo ha reso una Star, amo la tensione che esplode ogni volta che va in metropolitana, i corridoi strettissimi che portano alle case che lo ospitano, il personaggio di John Goodman che simboleggia lo spettro della vecchiaia e la caduta nella dipendenza da droghe, tutta l'agghiacciante scena del poliziotto con il gatto che diventa sempre piu inquietante e mi piace che Nonostante questa amarezza di fondo il film ha dei momenti ironici e comunque tanto cuore, le scene musicali sono sentite e sincere con tanta bella musica folk, incredibile la scena del provino che è magnetica e ti lascia senza fiato cosi come quando canta davanti al padre c'è un sentimento profondo che esprime senza un dialogo tutto il difficile rapporto tra i due. Certo è una storia anticlimatica di un perdente incapace di migliorarsi, molti non apprezzerano questo tipo di narrazione circolare senza archi di crescita, epifanie e gioie che volutamente non va da nessuna parte, ma è proprio questo approccio narrativo che esprime bene il fallimento, cosi con quel saluto finale all ennesima chance persa il tutto diventa un grande elogio a tutti quelli che non sono stati capaci, che non erano adatti, che non avevano la stoffa e non ce l'hanno mai fatta
Nessun commento:
Posta un commento