29 gennaio 2020

1917

Recensione Film
Anno: 2019
Regia: Sam Mendes
Genere: Thriller, Guerra, Avventura
★★★★ 😮

Due soldati inglesi sono incaricati di consegnare un messaggio importante per salvare intero battaglione da una trappola nemica. Un Avventura Thriller ambientata durante la prima guerra mondiale che con delle pianosequenze virtuali vuole costruire una lunga e tesa esperienza sensoriale, Ed è innegabile che tecnicamente sia un gran bel film, grande musica, pochi dialoghi, tante emozioni, la camera ruota intorno ai protagonisti offrendo sempre inquadrature nuove con un ottima fotografia e una messa in scena pazzesca, che sia entrare nelle lunghe trincee piene di soldati, sporcarsi gli stivali nel fango, attraversare cavalli e cani morti, cadaveri, bossoli, una mucca solitaria, aerei in lontananza, tagliarsi con il filo spinato, tutto ciò che appare nel quadro funziona alla perfezione, l'inizio soprattutto mi ha entusiasmato per come la pianosequenza nella trincea colpisce duro e come Colin Firth è bravissimo a dare la missione principale, poi verso la fine c'è una corsa trasversale ad un assalto che è la perfezione cinematografica e se c'è qualcosa che funziona sempre in un film sono quei momenti del "non ce la farai mai, lascia stare, è impossibile!!". Il problema generale è però proprio nello stile utilizzato che trasforma la guerra in poco piu di un videogioco, vuole offrire la grandiosità sensoriale di un orrore storico ma non ha il coraggio di trasmettere sinceramente il complesso dramma umano, c'è il sangue ma tutto appare piatto, asettico, plastico, come le statuine di un diorama, le uniformi stranamente pulite, gli attori troppo paffuti con i denti troppo bianchi, tutto è verosimile ma non sa di vero, non convince per davvero, una buona regia non può essere solo uno sfoggio di tecnica ma deve essere uno sfoggio di intenzioni e qua il messaggio del film è cosi profondamente ludico da diventare effimero di contenuti, la struttura narrativa è funzionale ma le vittorie e le sconfitte sono delimitate nettamente dalle varie zone visitate, ecco ambientazione paradisiaca, ecco quella infernale, ed ecco nuovamente quella paradisiaca, tutto delimitato in modo troppo chiaro e netto come un livello di un videogioco. C'è poi il fatto che ogni evento accade troppo velocemente e in modo forzato, manca l'idea arthouse di RESPIRO, di fermarsi a riflettere e far riflettere, bastava un niente per rendere gli eventi piu seri e profondi, un minuto a guardare un cadavere, una foto, un muro, ma invece schiavi del piu becero spettacolo hollywoodiano ecco che gli aerei cadono addosso ai protagonisti, il protagonista è invincibile, si salva da una mina che gli scoppia in faccia senza neanche un graffio, Serve del latte?? guarda il caso ne ho preso un po' lungo la strada!!!!!! cerco questa compagnia, ma guarda il caso siamo noi!!! ogni cosa che accade è forzata all inverosimile tanto da diventare esilarante, tutte le storie sono su binari predeterminati ma una buona scrittura li rende organici, è davvero un grande peccato rovinare tutta questa tecnica in una becera esperienza da parco di divertimenti. la guerra può essere certamente spettacolo ma allora non devi provare a creare continuamente forzato dramma umano perché ti esce male, una delle scene piu importanti del film, una morte chiave, è fatta malissimo, ma tipo roba da recita scolastica, non c'è pathos, non c'è dramma, non c'è profondità, c'è solo l'effimera emozione del momento che il film vuole trasmettere, alla fine ci riesce, è una bella giostra da ammirare, ma è un peccato che finisce per essere poco piu di questo, una ludica esperienza emozionale alla Gravity.

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