Recensione Film
Anno: 2017
Regia: Dorota Kobiela, Hugh Welchman
Genere: Bio-Pic, Mistery
★★★ 😐
Il giovane Armand indaga sulla morte del leggendario Vincent Van Gogh.
Un bio-pic costruito come classico murder mistery che attraverso
interrogatori e riflessioni ci fa conscere e amare la triste vita dell
artista ma sarebbe caduto facilmente nel dimenticatoio se non fosse per
la difficile e rischiosa scelta di Dipingere ogni fotogramma con lo
stesso stile del Pittore, non un film animato quindi ma è un effetto
visivo vecchio stile che trasforma il tutto in una viva lettera d'amore
su l'uomo e i suoi lavori. Inutile dire che Visivamente è pazzesco, ci
sono almeno un centinaio di ottime inquadrature da appendere al muro, ma
questa scelta visiva Aliena lo spettatore, è uno stile abbagliante,
luccicante, appariscente che Distrae e non poco, ho provato ad
immergermi nella storia ma resta per tutto il tempo un profondo
distacco, in ogni inquadratura, l'occhio umano vede attraverso questi
effetti, si nota il greenscreen e si nota quando lo sfondo è immobile
come in un videogioco, il nostro cervello cerca sempre dei volti, cerca
di guardare oltre la patina di vernice e quindi le immagini colorate si
mangiano la storia che perde molta forza, e non aiuta un protagonista
che a parte la giacca gialla non è il massimo in carisma. Si dice spesso
la frase "tutto stile e poca sostanza" ma il problema è che lo Stile è
Sostanza, stili diversi esprimono e comunicano cose diverse, Qua l'uso
sbagliato di questo stile vuole elogiare con amore l'artista ma sposta
l'attenzione e non riesce a comunicare le giuste emozioni, non si pensa
all arte ma si pensa alla cornice, al "Wow che bello sembra quasi un
quadro!" e si trasmette poco del dramma umano che si vuole raccontare.
Comunque c'è da dire che ha il suo fascino, è monolitico e ha il sapore
di vecchio sceneggiato tv ma allo stesso tempo è un prodotto
sperimentale e originale.
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